La prima scelta che Daniele Pradè non può permettersi di sbagliare è quella del nuovo tecnico. E non mi riferisco soltanto al nome su cui la Fiorentina deciderà di puntare ma alla tipologia di scelta da operare: a che profilo di allenatore mira la Fiorentina? Sicuramente starà a lui dettare la linea guida, analizzare tutti gli scenari possibili e optare per l’opzione migliore, considerare che nei periodi neri, ogni rivoluzione, anche la più necessaria, comporterà fisiologicamente un trauma. Tracollo o rinascita. Da questa scelta passa il futuro della Fiorentina.
L’opzione più quotata non è per forza la più giusta, la strada che sembra più scontata potrebbe non essere necessariamente la più percorribile. Servono in primis motivazioni: convincere un allenatore senza panchina a svolgere il suo mestiere, la sua passione, non è di per sé una missione impossibile, ma fare una scelta approssimativa sarebbe un autogol clamoroso. Sarà fondamentale guardarsi negli occhi ed essere sinceri sugli obiettivi da raggiungere e soprattutto su quanto questo Club possa offrire ad un allenatore che ha tutto il diritto di sentirsi rassicurato su aspetti fondamentali come la rosa a sua disposizione e sulle reali possibilità che le sue esigenze e le sue richieste vengano ascoltate. Di che se ne dica, quello estivo non è stato un mercato condiviso. Impossibile che Montella abbia accettato una squadra alla quale mancavano pezzi fondamentali sapendo di essere arrivato ad un punto della sua carriera (esonero a Milano e Siviglia e serie infernale nel finale di stagione a Firenze) dove chi sbaglia paga. Una colpa inammissibile non essersi imposto.
Per lo meno curiosa anche la versione delle ultime settimane e sfuggita ieri sera anche a Montella che incalzato dai giornalisti riguardo la sua opinione sulle scelte di mercato estivo ha dichiarato: “Per avere degli obiettivi, bisogna fare i conti di quanti gol abbiamo in squadra che è stata costruita in 40 giorni. Non abbiamo raggiunto alcuni obiettivi….”
Ecco, perché 40 giorni?!? La Fiorentina ha ufficializzato il passaggio di proprietà nella prima settimana di Giugno, piuttosto repentina è arrivata la decisione di affidare il futuro della nuova rosa viola a Daniele Pradè, una scelta che ricordiamo ha anticipato quella della conferma del tecnico. In nome di quale tempistica, di quale limite, la Fiorentina non ha iniziato a costruire con maggiore lungimiranza la sua struttura, ripartendo dal nuovo, rinvigorendosi di nuova linfa almeno per quanto riguarda la rosa. Un ritorno al passato sotto alcuni aspetti inquietante e contemporaneamente la scelta di prendere a picconate operazioni importanti di Corvino che sicuramente meritavano una certa considerazione, che potevano avere possibilità di rilancio come Simeone (un acquisto piuttosto oneroso dei Della Valle) e soprattutto Luis Muriel, passato poi all’Atalanta. Sul colombiano la considerazione è semplice? Per lo stesso prezzo, Pradè vedeva di meglio? E ancora, perché nonostante Jordan Veretout fosse una cessione sicura (il giocatore non partì nemmeno per la tournée negli USA) nessuno ha pensato ad un sostituto naturale, per ruolo, caratteristiche e perché no, anche per valore specifico! La Fiorentina si stava andando a privare di un giocatore importantissimo per il suo gioco ma contemporaneamente incassava una cifra che andava reinvestita nella “causa centrocampista”. Si poteva immaginare l’esplosione di Gaetano Castrovilli? No di certo, anche perchè la madiana viola ha comunque problemi di fosforo e muscoli!
Una serie di interrogativi piuttosto preoccupanti se si pensa che nella finestra di mercato di Gennaio il tempo stringe veramente! Pochissime le possibilità di trovare il giocatore giusto al posto giusto, difficile trattare con gli altri Club che di certo non vogliono rinforzare un’avversaria, importante andare incontro ai desideri del nuovo allenatore che non mi auguro non vorrà essere il “tappabuchi” di nessuno!
La palla va a Daniele Pradé, adesso nella paradossare situazione di avere un ruolo chiave ma di essere anche all’ultima chiamata per meritare di rimanere ancora a Firenze. Dove è la porta glielo ha idealmente indicato Vincenzo Montella, colpevole ma oggi più che mai chiamato a farsi carico anche delle responsabilità del suo DS.