Dall’analisi della partita col Sassuolo, due cambiamenti sono apparsi sin da subito decisivi per la metamorfosi gigliata: il primo riguarda il passaggio dal 3-5-2 al 4-3-3, mentre il secondo concerne invece l’ingresso in campo di Vlahovic al posto di Boateng. Dal 75’ in poi, è evidente, la Fiorentina ha avuto chiaramente una marcia in più.
Boateng infatti, nonostante avesse avuto ottime occasioni da gol, è sembrato, per larga parte del match, spesso spaesato, non perfettamente amalgamato nel gioco gigliato, oltre che in netta difficoltà nel trovare il giusto feeling con Chiesa, anche lui non in grandissima giornata.
Con l’ingresso di Vlahovic, la Fiorentina, sul piano offensivo, è nettamente cambiata. Appena entrato sul terreno di gioco, con la sua freschezza e col suo dinamismo ha cambiato immediatamente il piglio della gara. Oltre a questo, ha evidenziato la differenza sostanziale fra l’essere un vero centravanti ed essere invece solamente adattato a tale ruolo. La differenza sostanziale sta infatti qui, nella capacità da vero centravanti di Vlahovic nel portare via l’uomo, in modo di lasciare maggiori spazi agli esterni d’attacco, ma non solo.
Con Vlahovic la squadra ha assunto un maggior peso specifico in area, trovando finalmente un vero punto di riferimento nel cuore dell’area. Sono anche i movimenti, quelli da centravanti vero, ad avere una rilevanza fondamentale: innumerevoli le sponde totalizzate in un solo quarto d’ora, oltre all’ottimo assist (poi sprecato) per Castrovilli.
Insomma, nonostante Montella abbia sempre, nel corso di questo inizio di stagione, esitato a concedergli la maglia da titolare, dopo la prestazione di Reggio Emilia non dovrebbero esserci più dubbi. La Viola ha bisogno di Vlahovic, di un vero centravanti!