La Fiorentina di sabato ha raccolto un “solo” punto dalla sfida contro gli arcinemici bianconeri: un punto che sta stretto alla Fiorentina, dopo una prestazione maiuscola di tutto il collettivo. La squadra di Montella ha espresso un calcio spumeggiante e divertente, ma allo stesso tempo ordinato e puntuale: la difesa ha infatti retto bene, riscattandosi così dalle prestazioni in chiaroscuro delle due precedenti sfide, evidenziate dai 6 gol subìti in 180 minuti.
Da notare però che il miglioramento è dovuto da più fattori, e le colpe delle “imbarcate” subìte nelle due precedenti sfide non devono essere assolutamente attribuite al solo reparto arretrato. Con Napoli e Genoa infatti, il punto debole è risultato il centrocampo: troppo leggero, e non in grado di supportare la difesa, trovatasi spesso inerme difronte alle avanzate degli attaccanti e agli inserimenti da dietro dei centrocampisti. Con la Juve invece, il centrocampo ha brillato, ed ha ritrovato (soprattutto nel secondo tempo) un Badelj finalmente decisivo ed autoritario, in grado di svolgere al meglio entrambe le fasi di gioco: il suo compito da “filtro” fra i due reparti è pressoché essenziale, e dal suo ritorno ad altissimi livelli passa inesorabilmente il destino della Fiorentina.
La presenza di una mediana nuovamente forte e rocciosa ha aiutato enormemente la difesa, finalmente tutelata dagli inserimenti e dalle avanzate dei centrocampisti avversari: in questo modo il trio difensivo ha dovuto occuparsi -quasi esclusivamente- del tridente bianconero, riuscendo ad annullarlo con una prestazione straordinaria.
Oltre al centrocampo però, impossibile non considerare la straordinaria prestazione di Caceres, in grado di annullare prima Douglas Costa e poi l’ex Bernardeschi, grazie ad una prestazione sempre attenta ed ordinata: l’esperienza, in partite del genere, è sempre fondamentale.
Infine, le scelte tattiche di Montella: la mossa della difesa a 3 si è infatti rivelata estremamente giusta. A primo occhio infatti, tale decisione tattica poteva apparire come rischiosa, con Milenkovic, Pezzella e Caceres in marcatura singola su uno degli attaccanti del tridente bianconero. La scelta si è però rivelata efficacie, grazie, come detto in precedenza, alla perfetta fase difensiva del centrocampo Viola, in grado di controllare le iniziative dei centrocampisti bianconeri. Una scelta perfetta anche per quanto riguarda gli esterni di centrocampo: Dalbert e Lirola sono sì offensivi, ma nascono come terzini, e di conseguenza sono riusciti a dare un apporto decisivo anche in fase di ripiegamento.
I complimenti quindi si sprecano, ma la Fiorentina, pur dominando per buoni tratti del match, ha ottenuto un solo punto. Il problema del gol è evidente. In 3 sfide, 3 gol su 4 sono arrivati da palla inattiva: un problema da risolvere immediatamente. Il problema posa le sue fondamenta sul centravanti, ma è impensabile che con l’esordio di Pedro il tutto si possa risolvere agilmente. La Viola ha necessità urgente di trovare nuove strade in zona realizzativa: Castrovilli e Pulgar ad esempio, pur risultando fra i migliori in campo in tutte e 3 le sfide, devono migliorare le loro capacità nell’inserimento, mentre Chiesa deve assolutamente diventare un giocatore da “doppia cifra”.
Tutte situazioni evidenti, che però possono migliorare solo col tempo. In questo inizio di stagione quindi, la parola chiave non può che essere “fiducia”: fiducia nei giocatori, e soprattutto fiducia in Montella. Montella che, in queste settimane, dovrà trovare la giusta disposizione tattica della squadra: un compito estremamente complesso.
La difesa a tre ha dato infatti l’impressione di essere una scelta tattica efficiente, in grado di compattare la squadra: una strada assolutamente percorribile. Con l’ingresso nell’XI iniziale di Pedro però, le scelte da fare saranno estremamente complicate: data per evidente la necessità di un centravanti, Montella dovrà scegliere se optare per un attacco composto da 2 uomini, facendo così “fuori” sia Ribery che Sottil, oppure per un attacco a 3, eliminando così un centrocampista dalla formazione iniziale. Da non scartare anche l’opzione del ritorno alla difesa a 4, con Caceres terzino sinistro. Scelta sicuramente non facile, che dovrà tenere conto principalmente di due punti: l’equilibrio e la capacità realizzativa della squadra.