I riflettori sono puntati sulla sfida fra i due talenti, legati da un talento fuori dal comune.
Sabato non sarà sicuramente nell’XI titolare del Big Match fra Fiorentina e Juventus: gli allenamenti svolti con il resto della squadra sono infatti pochissimi, e in più l’infortunio alla coscia ,e il conseguente stop di un mese, è stato appena superato.
Anche Montella è stato chiaro, dichiarando appunto che, come tutti i giocatori provenienti da campionati stranieri, ha bisogno di tempo, di un periodo di ambientazione tale da permettergli di recepire al meglio tutte le novità del calcio italiano. Come ben sappiamo, le differenze fra il calcio sudamericano e quello italiano sono sostanziali. Pedro dovrà ambientarsi in un calcio dove, tranne che in alcuni casi sporadici, la tattica difensiva prevale pesantemente su quella offensiva, e dove le marcature difensive sono ben più attente e curate rispetto a quelle dei colleghi brasiliani: un calcio -quasi- totalmente diverso, con alla base una mentalità realmente totalmente diversa.
Nei piani Viola, visto anche l’importante investimento economico, sarà lui il centravanti. Pedro, seppur arrivato a Firenze solo nelle giornate conclusive del calciomercato, è da sempre stato in cima nella lista dei desideri di Montella: l’attaccante brasiliano, viste e sue qualità e le sue caratteristiche tecnico-tattiche esplicitate nel corso della sua (ancora giovanissima) carriera, rispecchia fedelmente l’identikit del centravanti “moderno” tanto richiesto dal tecnico partenopeo.
Pedro non è infatti un attaccante alla “vecchia maniera”. È un attaccante che sa segnare, come dimostrano i numeri (15 gol nelle 29 partite disputate nella Serie A Brasiliana negli ultimi 2 anni). I gol rappresentano però solo una parte, seppur la più importante, delle sue funzionalità: il brasiliano è infatti un giocatore altamente tecnico, in grado di saltare l’uomo in dribbling e di servire l’ultimo passaggio ai compagni (3 assist in 12 presenze nel 2019). Pedro è appunto un centravanti “atipico” rispetto agli ultimi veri numeri 9 visti a Firenze come Toni e Gilardino, ama infatti partecipare all’azione, e la sua velocità gli permette anche di essere devastante in contropiede.
Descritto così ovviamente, più che una scommessa sembra uno straordinario affare. Le prospettive per essere appunto un grandissimo affare ci sono, ma alcune incognite rimangono.
A Firenze, molto probabilmente molto di più rispetto ad altre piazze, sappiamo bene cosa significa ripartire dopo un gravissimo infortunio, e conosciamo perfettamente anche le possibili complicazioni. La rottura del crociato subìta da Pedro nell’agosto del 2018 rimarrà indelebile nella carriera del brasiliano, ed è tuttora capace di incutere paura: tale infortunio, vedi Rossi e Marchisio, è infatti senza ombra di dubbio quello più pericoloso e deleterio in una carriera da calciatore. Gli esempi sono appunto tanti, grandissimi talenti mai recuperati dopo tale shock.
Per questo si parla di scommessa, di “azzardo”, proprio perché il ritorno al 100% delle proprie capacità dopo un infortunio del genere è complesso, complicato.
Le qualità, indubbiamente, ci sono: sarà la tenuta fisica di Pedro a fare da “giudice” alla scelta di Pradè. L’ultima volta che tentò un azzardo tale non gli andò però poi così male… chi ricorda i 16 gol di Rossi in poco più di metà stagione?
Photo by Pedro Guilherme FB Official Profile.