C’è la voglia di andare allo stadio. Un progetto comune da sostenere e non soltanto una squadra, un gruppo di giocatori, una maglia. E’ una festa bellissima sabato sera il Franchi e lo rimane anche dopo il triplice fischio, nonostante il risultato, figlio di due squadre che sul campo non si sono risparmiate e che meritavano senz’altro una direzione arbitrale adeguata.
La Fiorentina di Rocco Commisso è un Club la cui empatia è sincera, naturale. Ha manager che pur mantenendo il giusto profilo dirigenziale si rivolgono con entusiasmo e curiosità ai tifosi consci che a calcio non si gioca soltanto in 11.
Certo, avere pazienza sarà fondamentale. La Serie A è un campionato complicato con dinamiche che la Fiorentina dovrà acquisire nuovamente. Un vero e proprio anno zero dove si rinnova l’entusiasmo, la squadra ma anche l’esperienza, il modo di vivere la domenica. Molti hanno paragonato questo clima, questa frenetica “voglia” di Fiorentina a quella che ardeva in città 25 anni fa.
Ci piace pensare che sia un ulteriore passo avanti, che questa squadra giovane e brillante, agonista e volenterosa possa aspirare a condurre questa tifoseria verso un futuro così affascinante da risultare inaspettato.
Per i media nazionali, inaspettato appare l’undici iniziale di Montella. In realtà il tecnico della Fiorentina è la prima grande conferma che Firenze attendeva. Il tecnico viola è tornato con lo spirito l’uomo che arrivo sulla panchina gigliata nel 2012, coraggioso, obiettivo spinto dalla voglia di stupire, di creare un progetto e non frenato dalla frenesia di fare risultato. Crede in quello che propone e in quello che le amichevoli estive gli hanno messo davanti agli occhi.
Sceglie Castrovilli e Sottil perché sono pronti e su tutti, affidare una maglia da titolare a loro è una scelta naturale. L’unica sorpresa è Venuti, preferito a Ranieri (per altro sinistro naturale): adattarsi al ruolo in un esame è complicato ma bocciarlo adesso sarebbe ingiusto.
Non è una formazione sperimentale quella Fiorentina ma è il frutto di un ragionamento, la somma di valutazioni fondate su quanto un giocatore possa effettivamente dare a seconda delle sue caratteristiche.
La squadra di Montella vuole svincolarsi dalle catene mentali del “troppo giovani” e del “ma ormai è vecchio” perché pensare per schemi equivale a non scendere neppure in campo quando l’avversario sarà “troppo forte” o l’impegno “troppo gravoso”. Soltanto il lavoro non sarà mai troppo.
La fase difensiva è ovviamente da rivedere. Certo l’attacco del Napoli ha caratteristiche super, timing straordinari, dinamiche di gioco ben collaudate e schemi che sembrano dipinti addosso ai suoi incredibili interpreti. La Fiorentina non ha subito quattro goal da un attacco qualunque ma è indubbio che la difesa viola poteva e doveva fare meglio: troppo superficiale imputare gli errori esclusivamente all’inesperienza. I metri di campo aperto concessi alle frecce di Ancelotti sono una colpa imperdonabile, un errore per il quale molti club di Serie A pagano dazio e sul quale lavorare sarà fondamentale. Questa volta c’è infatti la percezione che sulla caduta di oggi si possa costruire la strada per la rincorsa di domani: se questa squadra confermerà questa l’umiltà, entusiasmo e serenità, partite come quella contro il Napoli sarà divertente vederle al ritorno.
Il centrocampo viola è forse il reparto che alla vigilia destava più preoccupazioni: numericamente è chiaro ci siano ancora dei ragionamenti da fare, Pradè e Barone non si sono nascosti e sembra che la Fiorentina si stia preparando ad accogliere l’arrivo di un mediano. Tatticamente però è una bella sorpresa. Non si può guardare Fiorentina – Napoli e non accorgersi di Pulgar e Castrovilli, dinamici, equilibrati, prudenti senza mai essere rinunciatari o intimoriti dalla velocità e dalla grinta degli avversari.
Pulgar ripaga la lunga attesa di vederlo in maglia gigliata con un goal e una prestazione super, Castrovilli, che ha così fortemente lottato per avere un futuro a Firenze, prende il tunnel degli spogliatoi tra gli applausi dei tifosi così come Sottil che lascia spazio all’attesissimo Ribery ma che nel cuore dei tifosi della Fiorentina è già uno di quei giocatori per cui strofinarsi gli occhi.
A questo punto giocatori come Badelj (che non ha brillato), Boateng e Ribery appaiono ancor più fondamentali, così come sarà importante chiudere il cerchio di una squadra che merita di essere completata in ogni sua sfaccettatura. Ci sono premesse così speciali per lavorare al meglio che l’ultimo sforzo verrà sicuramente naturale farlo. E’ dalla vetta che si vede il panorama migliore e la Firenze merita di potervi aspirare.
Photo by @Andrea Martini e @Paolo Giuliani