C’è un clima nuovo. Quello ideale, considerando le difficoltà che l’inizio di un nuovo corso porta con sé, un inizio che che a dirla tutta sarà decisamente tostissimo tenendo conto del calendario che la Fiorentina avrà davanti in questo avvio di stagione. Un clima ideale perché euforico ma sereno, equilibrato. Certo, c’è voglia di sognare guardando al potenziale di questa squadra ma guai a tirarsi indietro alla prima delusione!
Franck Ribery è il colpo che non ti aspetti. Dodici anni nel Bayern Monaco sempre al top e la volontà di mettersi ancora in gioco: si sente bene Ribery, motivatissimo e sicuro di non essere arrivato ancora a quel momento della sua carriera e della sua vita in cui l’unica alternativa ai grandi palcoscenici del calcio giocato è una pensione d’oro in Asia, Arabia o USA. La volontà di Ribery di scegliere Firenze può essere veramente la pedina fondamentale per vivere una fase di mercato a tinte forti. Non solo un biennale, non solo la maglia numero 7. Uno come Ribery, uno che in carriera ha guadagnato i soldi e vinto i trofei che ha vinto lui, con la sua ‘esperienza, le sue alternative e la sua conoscenza del calcio, non può aver scelto Firenze soltanto sulla base di alcune buone premesse…
Un sì che porterà altri sì. Un sì che può portare lontano la Fiorentina. Nella giornata di ieri i media, i social e qualsiasi piattaforma sportiva digital ha lungamente parlato dell’arrivo di Ribery a Firenze: dove ha cenato, con chi ha parlato, che maglia ha preso, quando ha fatto le visite. Assolutamente comprensibile. Come è comprensibile e entusiasmante la gioia che questa sera riempirà il Franchi pronto a salutare finalmente un campione che sceglie Firenze. Ci voleva: mancava da troppo tempo. Una soddisfazione che accenderà ancor di più i tifosi in vista di Fiorentina – Napoli ma che non deve far dimenticare quelle che sono le esigenze che la squadra di Montella ancora ha. Consegnare all’allenatore una rosa incompleta sarebbe un clamoroso autogol che Pradé non deve commettere.
A rigor di logica la Fiorentina dovrebbe muoversi secondo alcune priorità, la prima un mediano. Carattere, muscoli e personalità. Un giocatore capace di arginare i momenti (e i giocatori) più difficili da contenere e dare al gioco di Montella maggiore equilibrio e stabilità, slegando Badelj da gravosi obblighi in fase di ripiegamento. Che vada o meno all’Inter poco importa: Antognoni e Pradè di fatto hanno messo alla porta Biraghi, un giocatore che a quanto pare non crede troppo nel progetto viola. Invitante l’offerta di un quinquennale a 2 milioni netti a stagione con annessa possibilità di giocare la Champions, lusinghiera la chiamata di Conte, intrigante (ma opinabile) lo scenario di tornare pagato e peso d’oro proprio dove ti hanno scartato come l’ultimo dei rincalzi. Il clima di rara serenità che adesso si respira a Firenze non merita di essere guastato da un giocatore che pare aver chiesto la cessione, quindi avanti un altro! Biraghi in due stagioni, trovando maggior continuità è riuscito a seguire un processo di crescita costante che lo ha reso un giocatore senz’altro più completo e sicuro di quello che arrivò nell’Agosto 2017 da Pescara. Giusta la strategia del DS viola di non venderlo prima di aver in mano un sostituito e soprattutto la pretesa che l’Inter metta sul tavolo un’offerta adeguata all’importanza che dà al giocatore. Rimanendo in difesa la Fiorentina necessita assolutamente di un difensore centrale, due in caso di partenza di Ceccherini che sembra avere più di una richiesta in questo finale di calciomercato (fondamentale sarà il parere del tecnico viola)…
E veniamo al reparto avanzato… centravanti cercasi? Considerate le caratteristiche del progetto tecnico di Montella e la permanenza sicura di Vlahovic in viola, forse un profilo di giocatore come Llorente non si addice troppo. Un’idea assolutamente interessante, un’occasione da valutare ma totalmente inutile se non funzionale alle esigenze di un allenatore al quale il Club ha dato piena fiducia. Certo è che se Simeone decidesse di lasciare Firenze, allora si riterrebbe fondamentale l’inserimento in rosa di una seconda punta.
Diversa la considerazione riguardante un fantasista. Se il profilo di “puntero” fisico e aitante non sembra entusiasmare l’allenatore viola, piedi buoni, idee raffinate e visione di gioco d’avanguardia sono caratteristiche che appartengono alla filosofia di gioco di Montella che proprio a certi uomini affiderà l’anima del gioco della sua squadra. I nomi fatti fino a questo momento sono sempre rimasti più o meno gli stessi con Politano (bocciato da Conte), De Paul (per il quale l’Udinese chiede non meno di 30 milioni) e Suso su tutti (piuttosto improbabile l’ arrivo di Ounas, proiettato verso altri campionati).
Sono molte le riserve verso un regolamento che permette al calciomercato di chiudersi ben 2 domeniche dopo l’inizio della stagione ufficiale: molti i Club che ancora sono disposti a “stare a guardare”, ad attendere l’offerta giusta, una dinamica che ovviamente rallenta i piani della Fiorentina che invece non ha così tanto tempo. Che possa essere il calendario in salita la giusta spinta per fare un sacrificio in più e spingere Pradé ad un forcing finale rapido?