La decisione sul proprio futuro di Radja Nainggola non deve stupire. Certo può rammaricare i tifosi gigliati estimatori del giocatore, far tirare un sospiro di sollievo a coloro che nutrivano comprensibili riserve su alcuni atteggiamenti del giocatore, ma vivere il ritorno del belga a Cagliari con sorpresa è pressoché paradossale.
Una scelta di cuore certo ma soprattutto un dovere morale che va ben oltre le ragioni campo e di ingaggio. Per il Ninja è arrivato probabilmente il momento di tornare a casa, assicurando a sé stesso un campionato ricco di motivazioni ma senz’altro meno carico di stress e pressioni. A livello personale ovviamente l’ambizione è grandissima ossia quella di tornare a giocare sui livelli a cui ha abituato, far ricredere gli scettici, farsi rimpiangere a San Siro, prendere per mano una squadra che ha perso il suo giovane leader, Nicolò Barella.
Il calciatore Nainggolan, piuttosto bistrattato negli ultimi mesi dal nuovo tecnico nerazzurro Antonio Conte che di fatto non ha mai cercato di nascondere le riserve su di lui, ha scelto un progetto di vita prima di un progetto tecnico.
L’uomo Nainggolan, costretto a fare i conti con una realtà così stridente dalle futili preoccupazioni del calciomercato, ha seguito l’unica strada da scegliere in situazioni come quella in cui lui e la sua famiglia si trovano: la propria coscienza. Non ci vuole troppa fantasia per capire che l’offerta messa sul piatto dalla Fiorentina fosse sostanzialmente migliore rispetto a quella del Club di Giulini ma è ovvio come in questa specifica trattativa ci fossero altre questioni da valutare attentamente.
C’è un aspetto fondamentale in tutta questa faccenda che non deve passare inosservato: scoprendo le carte del proprio interesse su Radja Nainggolan la Fiorentina ha palesato quello che è il profilo di giocatore che il Club è interessato ad inserire in rosa. Sarà dunque un centrocampista “totale” la punta di diamante del mercato gigliato? Ambizioso, affermato, duttile. Preferibilmente di grande personalità.
Radja Nainggolan ha ricoperto tutti i ruoli di centrocampo, da mediano davanti alla difesa a mezzala a regista e, con Luciano Spalletti, addirittura trequartista. La sua grande duttilità tattica e le sue doti gli hanno permesso di far bene in ogni settore della mediana, una qualità che nella rosa della Fiorentina sicuramente manca. Giocatore grintoso, di grande rendimento nonostante le ultime stagioni siano state compromesse da una serie di noie muscolari al polpaccio.
Come si sarebbe inserito il Ninja nella rosa a disposizione di Mister Montella è presto detto… la Fiorentina non lo avrebbe certo scelto per impiegarlo come fatto da Spalletti negli ultimi anni, una soluzione che di fatto renderebbe inutile il recente ingaggio di Boateng. Improbabile gli venisse affidato il ruolo di regista o di mediano, una scelta che avrebbe ovviamente limitato le sue grandi doti realizzative: il tecnico viola avrebbe quindi probabilmente scelto di lasciar grande libertà al Ninja che in teoria e anche in pratica, quando è in forma si trasforma nel perfetto giocatore “box to box”.
Certo, il momento era perfetto, il profilo probabilmente pure… per non parlare del prezzo! Con il burrascoso divorzio da Conte, l’Inter aveva perso qualsiasi potere di mercato sul valore del giocatore, trasformatosi in meno di 12 mesi da colpo di mercato a costosa zavorra. Trovare un’alternativa in tempi ridottissimi è difficile ma necessario. Ma i tempi su cui ha iniziato a muoversi il mercato viola non possono che far ben sperare….