Il tormentone -almeno quello principale- dell’estate Viola sta per concludersi, anche se l’esito (positivo o negativo che sia) sarà svelato solo negli atti conclusivi del mini-ritiro a Montecatini (probabilmente poco prima dell’amichevole fra i Viola di Montella e il Livorno).
Una situazione che rimane estremamente complessa, anche se Commisso ha già deciso: Chiesa rimarrà a Firenze anche la prossima stagione. Nonostante ciò, la situazione rimane comunque complicata, proprio perché il ‘filo’ che lega la società con il “figliol prodigo” rischia sempre più di spezzarsi, portando così a una rottura gravemente dannosa per entrambe le parti: la Fiorentina andrebbe muro contro muro col giocatore più forte e rappresentativo, rischiando così di subire perdite importanti sia sotto l’aspetto tecnico che quello economico, mentre Chiesa rischierebbe, con una stagione da “separato in casa”, di perdere l’europeo.
In questo momento serve evidentemente quindi un’intesa. La Viola e Commisso devono sì fare la voce grossa, ma senza forzare eccessivamente la mano: le conseguenze potrebbero essere disastrose. La società ha capito perfettamente la pericolosità della situazione, e agirà quindi a tutela del rapporto con l’esterno classe ’97: la Viola offrirà infatti un contratto di 5 anni (uno in più dell’attuale) a 3.5 milioni di euro di ingaggio (il più alto della storia Viola).
Un ingaggio molto elevato, che renderebbe Chiesa il ventunesimo giocatore (secondo i dati rilevati nella scorsa stagione) con l’ingaggio più elevato della Serie A. Un ingaggio così alto può però portare ulteriori novità, soprattutto per quanto concerne il mercato in entrata, dato che per ovvia conseguenza si alzerebbe notevolmente anche il tetto-ingaggi: la Viola ad esempio potrebbe permettersi l’ingaggio di Rafinha (3 mln), senza modificare gli equilibri in spogliatoio. Per ora Pradè per quanto concerne la possibilità di acquisizione del centrocampista brasiliano è stato abbastanza chiaro, affermando con forza che attualmente non rientra nelle idee di mercato Viola. Attenzione però: queste parole rientrano perfettamente nelle famose “frasi di circostanza”.
Oltre a Rafinha, rimangano in auge i soliti due nomi: Tonali e De Paul. Per De Paul, Pradè è pronto a sfruttare al meglio i buoni rapporti con la dirigenza friulana, che però non calerà il prezzo del cartellino sotto i 35 milioni di euro: l’eventuale “favore” alla Viola potrebbe invece riguardare il dilazionamento del pagamento. Per Tonali invece il prezzo fissato da Cellino è di 25 milioni: una cifra alta ma non eccessiva, almeno visti i prezzi circolanti nell’ultimo mercato. Una cifra non spropositata, ma una vera e propria scommessa: Tonali è un classe 2000 senza alcuna esperienza in Serie A: un affare così non può assolutamente essere fatto “a cuor leggero”.
Oltre ai sogni però, ci sono anche -seppur ancora poche- solide realtà: Pol Lirola sarà presto un giocatore della Fiorentina. L’ufficialità arriverà tra pochissimi giorni, sicuramente prima del “giorno 0” del calciomercato Viola annunciato da Pradè (il 10 agosto).