Un giocatore che mette tutti d’accordo: Manuel Lazzari dopo un’altra stagione decisamente convincente alla SPAL sembra essere diventato oggetto del desiderio di molti Club. Un interprete del suo ruolo con caratteristiche molto moderne, un giocatore che ha ben sposato la filosofia di gioco di Semplici, propositiva e pragmatica. Un gioiellino sacrificabile? Sembrerebbe. La SPAL non svende ma per investire sul mercato e consolidare la crescita di un progetto che si è dimostrato essere molto solido, deve necessariamente fare delle scelte. Probabilmente è questo l’anno in cui monetizzare al massimo l’ascesa del suo numero 29.
Conosciamolo meglio sotto un punto di vista tecnico- tattico….Manuel Lazzari è un giocatore dinamico, un esterno destro ideale per il sistema 3-5-2 di Semplici, ricorda molto Maggio, il profilo di calciatore che piace molto a Mazzarri. Può adattarsi anche a giocare terzino in 4-4-2, ma inutile dire che dà il meglio di se in spinta offensiva. Anche terzini di grande esperienza hanno avuto difficoltà ad inibire le linee di movimento di quello che è è stato per due anni uno dei pericoli principali della squadra di Semplici.
Guardando la storia del sportiva di Lazzari salta agli occhi anche un’altra sua caratteristica: l’umiltà e la grande forza. Dopo la trafila nelle giovanili del Vicenza, il Club lo scarta vedendo in lui più limiti che meriti. Manuel accusa il colpo, pensa addirittura di lasciare, poi come spesso accade nelle belle storie di sport vede la luce. Trova la reazione. Si rimette in gioco partendo dai dilettanti, un’esperienza che nell’arco di due anni lo porta nel campionato di Lega Pro, in forza alla Giacomense. Il resto della storia lo conoscete. Tra gli artefici del miracolo della SPAL di Semplici, Lazzari è adesso pronto al grande salto?
Lo scorso anno la gara della Fiorentina contro la SPAL al Franchi si mise subito sui binari giusti grazie alla rete di Marko Pjaca ma soprattutto al liscio clamoroso di Fares: una partita difficile da sbloccare che trova appena al 18′ la sua chiave di volta e che 10 minuti più tardi, grazie allo stacco imperioso di Milenkovic, viene definitivamente chiusa. Sembrerebbe il preambolo di una domenica perfetta senza troppi grattacapo per la Fiorentina che tutto sommato riesce a contenere con grande sicurezza Antenucci e Petagna.
E invece no, perchè se gli attaccanti scelti da Semplici non brillano proprio ad imperversare furiosamente sulla fascia destra c’è Manuel Lazzari che punge proprio dove la Fiorentina fino a quel momento non ha avuto grossi problemi. Biraghi cerca di limitare il più possibile l’estro e la velocità dell’avversario che imprendibile al 33′ porta il terzino viola a commettere un brutto intervento che gli costa l’ammonizione. Pioli si accorge che qualcosa non va, se ne accorge anche il centrocampo della SPAL che anche sotto 2-0 continua a giocare in modo molto ragionato e servire sempre il solito Lazzari.
Nella ripresa si torna in campo con i viola sul doppio vantaggio e con una decisione piuttosto desueta per Pioli che comunque non ha abituato a stravolgimenti in corso d’opera: dentro l’esordiente Hancko, fuori Biraghi. Si intuisce che non è una decisione banale, di certo il tecnico non ha operato questo cambio giusto per dare la possibilità al nuovo arrivo di rompere il ghiaccio in massima serie ma perchè seriamente preoccupato per la fascia destra. Lazzari spinge, Biraghi arranca e soprattutto è anche ammonito. La prestazione di Hancko risulta puntale e sicura, il terzino, ben assistito dal centrocampo, riesce a contenere lo spunto dell’esterno che tra le sue ottime qualità non può certo contare su un fisicità prorompente.
Quello di Pradè è più di un semplice “pensierino”?
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