Lo stile pragmatico, mai scontato e volte anche impertinente del suo blog, Il Grillotalpa, ha reso Paolo Wilhelm uno dei giornalisti più apprezzati del panorama giornalistico italiano soprattutto quando si parla di rugby: voce di Radio 101, grande appassionato di musica e utilizzatore di social che magari andrebbero vissuti con un po’ più di consapevolezza e spirito.

In esclusiva per Sport Fiorentina la nostra intervista a Paolo Wilhelm.

 

In un’intervista riferendoti al rapido successo avuto dal tuo blog, hai raccontato di come Il Grillotalpa ti sia “esploso letteralmente tra le mani”. Quale è stata l’idea di base che ti ha portato a scegliere di intraprendere questo progetto editoriale, la tua ispirazione iniziale?

Volevo fare qualcosa in cui potessi riconoscermi, che mi piacesse, che mi appassionasse e soprattutto che mi desse l’impressione di non star perdendo tempo. Insomma ho iniziato a pensare ad un progetto che potesse unire forma e contenuti in modo appagante per me che scrivevo e accattivante per chi leggeva.

 

Un successo che ti ha portato poco dopo ad essere coinvolto nella creazione di un portale di livello come OnRugby!

OnRugby è nato dalla necessità dell’ambiente di avere dei punti di riferimento “stabili” dove trovare sempre notizie aggiornate e poter conoscere l’opinione dei protagonisti. OnRugby può contare infatti su una redazione , contributi importanti e grande presenza sul web… si sa i numeri sono fondamentali. Ho avuto la fortuna di essere coinvolto dai colleghi Sebastiano Pessina e Francesco Lupoli, ossia coloro che hanno ideato un portale del quale tutt’ora rappresentano l’anima e che mi affidarono la direzione editoriale di un progetto così innovativo.

 

Nella nostra intervista con Marco Pastonesi, il tuo collega mi raccontava come in questo momento storico dove l’informazione è sempre più legata ad un linguaggio “high-tech”, nel lettore stia tornando l’esigenza di leggere storie, approfondimenti che vadano oltre la cronaca…

Direi che dipende. L’esigenza che mi auguro stia realmente tornando è quella di notizie di qualità, verificate, ben argomentate. La news, il contenuto scritto appositamente per il web, coerente con lo stile di un giornalista, originale e di rapida fruizione crea grande interazione, permette di raggiungere numeri alti. Per quanto riguarda la creazione di approfondimenti, quello è un campo in cui non puoi bluffare! Devi avere grandi strumenti, Marco è un esempio di eccellenza in questo. Il lettore a cui ti rivolgi è spesso molto informato ed esigente, “appartiene ad una nicchia”, è più difficile improvvisare.

Lo scorso 28 Aprile si è parlato molto dell’obiettivo storico centrato dalla Benetton Treviso. Volevo sapere la tua opinione rispetto alla valenza che un traguardo del genere ha per il movimento rugbistico italiano e cosa pensi delle critiche che il Club ha ricevuto rispetto al poco impiego di giocatori italiani in rosa.

Quello di Treviso non è stato un exploit, una singola vittoria ottenuta sulle ali di un entusiasmo momentaneo, si è trattato bensì di un traguardo raggiunto attraverso il lavoro svolto nel corso di un’intera stagione con costanza, impegno e soprattutto programmazione. Purtroppo il modo in cui si reagisce a questo tipo di vittorie racconta molto dell’ambiente in cui avvengono e nel caso del rugby italiano ci troviamo davanti ad un ambiente che non è molto abituato a vincere.
Poi ovviamente come spesso accade nello sport cadere nei campanilismi è semplice e così quella che a tutti gli effetti è un’impresa storica diventa l’occasione per l’ennesima disputa.
Quando manca la visione d’insieme è difficile poi riconoscere pubblicamente i meriti altrui.

 

La visione d’insieme di Paolo Wilhelm sui prossimi Mondiali in Giappone?

Beh, non coltivo speranze che l’Italia possa superare il girone iniziale nonostante la percentuale del 1%, 2% sia sempre lecito concederla. Ritengo che la squadra nel suo complesso è inferiore rispetto a quella che è stata la Nazionale di 4 e 8 anni fa, per avere una chance dovresti limitare a zero gli errori nel corso degli 80 minuti e sperare che i nostri avversari oltre che fuori forma siano anche piuttosto sfortunati. La partita contro la Francia al Sei Nazioni 2019 è parla da sola: non ho ricordanze di aver mai visto i Blues così svagati e imprecisi ma nonostante questo gli Azzurri non sono riusciti a regalare all’Olimpico una vittoria che avrebbe aiutato molto soprattutto per il morale. Per uno sport come il rugby vincere è fondamentale anche per farsi comprendere meglio: ci sono dinamiche di gioco complicate, difficilmente le persone si appassionano ad un qualcosa che non capiscono se non gli emoziona. Per quanto si possa essere neofiti della palla ovale vedere giocare una squadra come gli All Blacks è uno spettacolo, a volte sembra giochino un altro sport! Se alle parole non seguono i fatti, ossia le vittorie, anche tutto ciò che di bello ruota attorno al rugby come i valori, la fatica, il sacrificio per i compagni, rischiano di diventare una retorica della quale ci si stanca.

Il Grillotalpa ma non solo! Sei molto attivo sulle tue pagine social, che rapporto hai con i tuoi followers?

Ormai i social sono diventate piattaforme che fanno parte integrante nel nostro modo di comunicare, di interagire, anche di informarsi. Certo se ne può fare a meno ma così ci si priva comunque di uno strumento che se usato con consapevolezza può essere molto utile. Demonizzare i social per alcune dinamiche che vi si vengono a creare lo ritengo molto approssimativo: la colpa è sempre di chi utilizza uno strumento in maniera impropria! Personalmente mi divertono molto, ne riconosco le potenzialità ma mi auguro sempre di prenderli con la giusta leggerezza. Anche perché questa è la filosofia che adotto per relazionarmi ai miei followers, soprattutto con quelli più critici con i quali sennò il rapporto diventerebbe molto faticoso. Un tempo se volevi scrivere ad un giornale per criticarne la linea editoriale o magari per esprimere il tuo disaccordo con un giornalista dovevi prenderti la briga di scrivere a mano o a macchina da scrivere una lettera e spedirla, sapendo bene che non sarebbe stata pubblicata se fosse stata piena di improperi, parolacce o inesattezze. Adesso è tutto immediato, praticamente chi commenta ha la stessa visibilità di chi scrive per professione. Sono una persona che accetta molto le critiche e i consigli, qualsiasi cosa possa farmi crescere e migliorare è benaccetta. Allo stesso modo non stimo i tuttologi e i maleducati, quelli che pontificano. Quindi scelgo il criterio della “simpatia”, se un lettore mi ispira empatia “a pelle” e mi incuriosisce il suo pensiero è un piacere anche colloquiarci.

 

E proprio sui social a volte vediamo che ti diverti a commentare gli altri sport… cosa ti appassiona?

Ho una predilezione per gli sport di squadra e di contatto… sono in assoluto quelli che mi appassionano di più come il calcio e il basket. Oltre ad essere sport meravigliosi e adrenalinici sono sport intuitivi, i ragazzi ai giardini palleggiano con i piedi o con le mani, difficilmente li vedi ingaggiare mischie. Certo ogni ambiente ha i suoi limiti, ma chi ama lo sport predilige lo spettacolo. Sono tifoso della Juventus e sono cresciuto con l’Olimpia Milano di Mike D’Antoni e di Premier.

 

 

 

Photo by @AndreaMartini e Official Page @PaoloWilhelm