Una doverosa premessa: questo non vuole essere un articolo atto a sostenere o svilire quella che è stata la posizione di una parte della tifoseria della Fiorentina che questo pomeriggio ha deciso di raggiungere gli spalti dell’Artemio Franchi solo a partire dal secondo tempo della partita contro il Bologna. Anzi è una riflessione sui tanti interrogativi che si riproporranno dopo un pomeriggio come questo, soprattutto sulle domande che arriveranno al di fuori del contesto cittadino dove sembra si fatichino a capire le ragioni e le posizioni di tifoseria e società.
Il susseguirsi di comunicati della settimana riguardante la posizione di Stefano Pioli, dalla fiducia con riserva al momento dei saluti, non è stata d’aiuto. Se la scelta di Montella come nuova guida può e deve essere letta in chiave positiva viste le posizioni dell’allenatore riguardo la costruzione di un gruppo ambizioso, la poca chiarezza riservata nella gestione del tecnico dimissionario ha lasciato molto a desiderare, anzi è sembrata l’ennesimo autogol nella comunicazione tra Club e piazza.
Se nessuno avrebbe osato esporsi contro un esonero per scelta tecnica dopo la prestazione offerta contro il Frosinone, confermare il tecnico mettendo in chiaro certe premesse è stato un passo che ha finito con lo svilire l’autorità dell’allenatore che difatti ha saggiamente deciso di fare un passo indietro di sua spontanea volontà.
Disorientati e arrabbiati i tifosi della Fiorentina hanno avuto da che riflettere riguardo l’atteggiamento da tenere nel pomeriggio di Domenica: il comunicato firmato dall’Associazione Tifosi Fiorentini ribadiva la rottura totale nei confronti della proprietà del Club e invitava tutti coloro che da tempo disertavano lo stadio a fare il biglietto lasciando però il proprio posto vuoto per i primi 45 minuti. Una scelta che sul web ha scatenato fin da subito pareri contrastanti e finito col creare ulteriori divisioni in un clima già di per sé elettrico: in molti facevano notare come i fratelli Andrea e Diego Della Valle non sarebbero stati presenti al Franchi dove invece avrebbe fatto il suo esordio Montella e la “sua” nuova Fiorentina, una squadra dove gli equilibri sono del tutto precari. Insomma, la scelta di contestare la proprietà ma di conseguenza non sostenere la squadra, avrebbe di fatto finito col pagare?
Chi allo stadio attendeva con curiosità l’esito della contestazione è rimasto per lo meno interdetto: la prima responsabile del via vai sugli spalti è sicuramente la pioggia che dopo qualche ora di tregua si abbatte impietosa sul Franchi fino al fischio finale. Le “zone calde” rimangono asserragliate per 45 minuti e si riempiono a sprazzi nella ripresa quando si levano alti i cori di contestazione (ma anche di sostegno alla squadra), ma la sensazione rimane quella di una protesta a metà….
La prima risposta forte e chiara da parte della Fiorentina la dà Montella a fine partita chiedendo ovviamente ai tifosi sostegno ma dicendo che quando c’è la buona volontà di lavorare e soprattutto un progetto concreto la via di risolvere i problemi prima o poi arriva: “Quando arrivati qui nell’estate 2012 il clima era assolutamente peggiore… Poi i fatti hanno parlato per noi!”
I fatti. Ecco di cosa c’è necessaria urgenza.
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