Una giornata di autunno inoltrato del 2015 che di autunnale non aveva niente. In un primo Novembre primaverile la Fiorentina di Paulo Sousa affrontava alle 12:30 la neopromossa Frosinone in una partita dal valore importantissimo, considerato il fatto che i viola in quel momento si giocavano addirittura la vetta. Oltre alle condizioni meteo ci sono tanti aspetti non propriamente ordinari in quella domenica: in primis la posizione in classifica della Juventus. I bianconeri hanno appena vinto il derby contro il Torino ma vengono da una serie di risultati che sembrano appartenere ad un altro Club. Ma si sa, con la Juventus non è mai detta l’ultima parola.
Se è un campionato a parte quello giocato fino a quel momento dalla squadra di Allegri, un’altro campionato a parte sarà quello condotto dal 31 Ottobre fino 2015 fino al mese di Maggio dove da spaventata e in affanno, la Vecchia Signora tornerà ad essere un rullo compressore praticamente inarginabile.
Probabilmente i rimpianti più grandi per quell’occasione fallita gli avrà per sempre il Napoli, che con un vantaggio del genere e con un Higuain in forma strepitosa doveva essere in grado di approfittare in modo definitivo della crisi dei bianconeri e strappare ai più forti lo scettro. Ma la Fiorentina della prima parte di stagione 2015/16 è una squadra viva e fondamentalmente libera negli schemi e nella proposta di gioco: la nuova gestione tecnica ha sbloccato alcuni giocatori che nelle dinamiche tattiche di Montella forse non si ritrovavano per natura e ha fatto sì che un gruppo giovane diventasse in poche settimane anche molto ambizioso.
Paulo Sousa è il primo a credere in un potenziale che aveva sollevato non pochi interrogativi, riesce a gestire le diverse identità del gruppo, intuisce il grande talento di alcuni singoli e non si limita a coltivarlo ma addirittura lo responsabilizza, come quando quando a Bernardeschi chiede di essere un giocatore in grado di pensare da leader, quindi di sacrificarsi. Insomma per il Napoli sognare è un imperativo categorico, per la Fiorentina è semplicemente bellissimo e questa è la sua forza. L’arma segreta per far arrivare i risultati.
La partita si risolve praticamente subito, il risultato non è mai in dubbio. In 5 minuti, dal 24′ al 31′ i viola chiudono i giochi grazie alle reti di Rebic, Rodriguez e Babacar. A due giri di orologio dalla fine della prima frazione arriva anche il goal di Mario Suarez, centrocampista ex Atletico Madrid che a Sousa non sembra affatto convincere e che difatti presto interromperà la sua avventura a Firenze.
Se la Fiorentina fino a quel momento aveva fatto sognare, in questa domenica di Novembre la Fiorentina addirittura illude. Certo l’avversaria non è irresistibile ma Sousa aveva scelto l’ennesima inedita formazione dove molti titolari erano tenuti a riposo. Sapere di poter contare anche su giocatori della panchina come Rebic o l’esordiente Lezzerini (che giustamente Sousa inserisce a 20 minuti dalla fine per un esordio tranquillo) fa sperare in un gruppo capace di continuare a sorprendere.
Oggi Firenze ha bisogno di una sorpresa. L’ennesimo pareggio o addirittura un passo indietro nelle prestazioni sarebbero macigni inaccettabili.E’ dovere di Pioli e della squadra trovare una soluzione, cancellare l’apatia di questi mesi e far si che il 25 Aprile il gruppo sia circondato di tutto l’amore e l’entusiasmo possibili.