A centrocampo comanda lui: uno strapotere fisico e una personalità dilagante che a Roma hanno portato tifosi e stampa a coniare per lui il termine “Milinkocrazia”. Un centrocampista centrale con buona tecnica, forte nel gioco aereo e bravissimo negli inserimenti, una visione offensiva così valida che Simone Inzaghi a volte ha scelto per lui il ruolo di trequartista nel quale ha potuto sfruttare anche il suo tiro, potente e spesso fatale dalla distanza.

Per caratteristiche e tempra ricorda molto Pogba e anche la sua valutazione è molto vicina a quella del francese che però fin da giovanissimo ha fatto scelte diverse per la sua carriera. Pareva destinato a prenderselo il posto di Pogba, “Mai così vicino alla Juventus” si disse quando la Lazio carambolò clamorosamente fuori dalla Champions League quella notte di Maggio del 2018 quando Vecino di testa regalò all’Inter il 4° posto.

Si parlò addirittura di una trattativa pronta a chiudersi una volta terminato il Mondiale in Russia che si concluse con l’arrivo a Torino di un giocatore che ovviamente escludeva l’arrivo di qualsiasi altra stella: CR7

Milinkovic Savic è un leader silenzioso, una stella che non parla molto del suo futuro e delle sue aspirazioni, anzi paradossalmente a parlare molto più di lui è il Presidente della Lazio, Claudio Lotito, il quale più volte in estate ha tenuto a sottolineare come tutti vogliano Sergej ma che per prenderselo serve una cifra non inferiore ai 100 milioni di euro.

Alla Lazio dal 2015, Milinkovic-Savic ha sempre dimostrato una maturità fisica e tattica lodevole, in lui c’è un grande atleta oltre al un grande giocatore: da bambino eccelleva praticamente in tutte le discipline sportive, merito del DNA (è figlio di due atleti professionisti) e di un talento che ha saputo temprare, nonostante abbia ammesso che da piccolo fosse un po’ indolente. Il suo “no” in extremis alla Fiorentina ha ancora dell’incredibile: la sua versione, quella di Pradè, quella di Tare, quella del Genk e addirittura quella del padre del giocatore non collimano molto. Tutto fatto e tutto da rifare nel giro di un pomeriggio.

Milinkovic-Savic è un giocatore che brilla e fa brillare i compagni, un centrocampista completo come ne esistono pochi, il perno determinante di una squadra che senza di lui stenta a riconoscersi: un avvio per niente brillante di stagione ha destabilizzato e non poco la Lazio che ha dovuto cercare un nuovo equilibrio. Che sia così determinante il suo peso specifico nelle dinamiche di gioco di Inzaghi? Assolutamente si. E’ questa la caratteristica dei fuoriclasse, che nella continuità di prestazioni e di crescita costruiscono il loro impero. In biancoceleste Sergej ha instaurato già da 3 anni e mezzo la sua Milinkocrazia.

 

 

Photo by @SSLazioOfficial