Un percorso simile che lega due giocatori capaci in poco tempo di diventare indispensabili per le proprie squadre: il croato è molto popolare anche sui social dove ama condividere scatti della sua vita quotidiana, momenti di calcio, tatuaggi ma anche simpatiche gag che si presta spesso a fare con i tifosi.
Più riservato sotto il profilo digital il francese che vive con la moglie e le due figlie a Firenze dopo l’esperienza inglese all’Aston Villa, Club che poi aveva preferito destinarlo al Saint-Etienne. I due, oltre un biondo ossigenato e per fortuna temporaneo esibito per qualche partita, hanno condiviso una storia sportiva per ora molto simile sotto il profilo tattico, mettendo a disposizione la loro duttilità in varie zone del campo offrendo sempre prestazioni concrete, grinta e tanta corsa.
Marcelo Brozovic arriva all’Inter nel Gennaio 2015 dopo l’arrivo di Mancini sulla panchina nerazzurra: è uno dei giocatori scelti dal tecnico per il consueto “rinnovo” generale che impone ai Club dove arriva, ma visti gli eminenti nomi che lo accompagnano a Milano il suo esordio a San Siro non desta poi grande curiosità. Brozovic è un giocatore di rendimento, affidabile sia in fase di interdizione che in fase offensiva: la sua carriera parte infatti come trequartista, ma ben presto viene preferito come mezzala, alternando la sua posizione tra il ruolo di esterno destro offensivo oppure, nel centrocampo a tre, interno destro.
Lo spostamento di Brozovic davanti alla difesa è dovuto ad un momento di crisi nera dello scorso anno quando l’Inter stava vivendo il periodo più nero della gestione Spalletti: preso di mira da molti tifosi il croato sembrava ormai un peso per l’ambiente, un giocatore che nemmeno il tecnico toscano avrebbe potuto recuperare perchè apparentemente svogliato e deconcentrato. Spalletti invece non si arrende anzi lo responsabilizza, spostandolo al centro dell’azione: Brozovic in mezzo al campo finalmente trova il suo posto nell’Inter, è coinvolto nell’azione e finirà la stagione addirittura con statistiche importantissime riguardanti il numero di palloni toccati e giocate completate. Esclusi i portieri, dopo Albiol e Radovanovic, Brozovic è il giocatore che ha eseguito più lanci lunghi a partita: insomma un uomo chiave per dare profondità e dinamicità al gioco dell’Inter. Muscoli e fosforo, manovra e corsa. No, Brozovic non è più un peso.
Jordan Veretout è arrivato a Firenze in un momento delicatissimo e in un reparto che dopo l’addio di Borja Valero aveva perso il suo leader: gli basta pochissimo per farsi amare. Veretout è un giocatore potente, dinamico, quando corre ruggisce. E’ uno che lascia tutto sul campo, che esce sfinito e questo per i fiorentini è fondamentale. Nel suo ruolo originario di mezzala Veretout è un giocatore martellante, pericolosissimo negli inserimenti e nei tiri dalla distanza, corre tantissimo e non lo fa mai a vuoto: e poi è un freddo Veretout, il rigorista designato della Fiorentina nonostante in casa viola il talento non manchi.
Quando Pioli decide di cambiare gli interpreti del suo sistema di gioco il vedere Veretout nel ruolo di regista lascia giornalisti e tifosi un po’ stupefatti: l’impegno e il rendimento del giocatore non si discutono certo, ma così sembra gli sia tolta la possibilità di brillare. Insomma Veretout non è sbagliato in quella posizione ma con tutta probabilità non è l’uomo giusto. Pioli che ne accorge prova varie soluzioni, Norgaard non lo convince, l’alternanza con Edimilson Fernandes sembra dare più conferme ma comunque l’idea di dare al francese le chiavi del centrocampo viola, non viene mai del tutto abbandonata da Pioli.
Possiamo dire comunque che quello del regista basso è un ruolo che in generale manca in Serie A e proprio per questo giocatori come Barella e Sensi sono l’oggetto del desiderio dei grandi Club: vedere nei propri giocatori più soluzioni, magari richiedergli anche qualche sacrificio risulta essere una necessità e non un atto di protagonismo degli allenatori. Una scelta che ha fatto la fortuna di Brozovic e che rimane un punto interrogativo nel caso di Veretout, checomunque rimane l’uomo di riferimento per il centrocampo viola. Sicuramente siamo curiosi di assistere al duello di domenica.
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