Alessio Mattoccia è nato a Colleferro, una cittadina dove il rugby è quasi una religione: una passione quella per la palla ovale nata da giovanissimo e che lo ha portato a girare il Mondo, addirittura in un altro Emisfero.
Quest’anno tra i protagonisti della stagione de I Medicei, una squadra in continua crescita anche grazie ad uno spogliatoio unito che lavora con entusiasmo seguendo un unico obiettivo.
- Il rugby praticamente una scelta di vita. Uno sport che conquista sempre più giovanissimi e al quale tu, ti sei avvicinato anche perchè in famiglia era già una passione, o sbaglio?
E’ bastata una lezione di prova a scuola per innamorarmi di questo sport e diventare non solo un giocatore ma prima di tutto un totale appassionato. Nella mia città, Colleferro, il rugby è lo sport più amato, mio padre ha giocato a lungo e mio zio (Corrado Mattoccia) nel 2012 ha fondato il Museo del Rugby, una incredibile collezione di oggetti provenienti da tutto il mondo rugbistico. Insomma era scritto nel mio destino…
- Un sogno che nel 2015 hai rincorso addirittura in Australia dove hai militato per una stagione del Campionato Premier di Canberra con una Club della franchigia del Brumbries… Come è vivere in una delle nazioni più “rugbicentriche” che Mondo?
Beh in Australia praticamente tutti giocano a Rugby o Rugby League! Davvero bellissimo! Un anno che ha rappresentato per me una crescita incredibile sia dal punto di vista culturale che sportivo. La cosa paradossale è che in Australia vi è molto meno agonismo e più divertimento, si scende in campo con il sorriso una cosa che in Italia direi che a volte manca. Sono filosofie diverse di rapportarsi allo sport, poi una volta iniziata la partita i duelli sono molto duri anche in Austrialia, anzi….
- Nella stagione 2016/2017 arriva un’altra scelta importante sia per la tua vita che per la tua carriera cioè l’esperienza in SuperLiga Rumena con l’Olimpia Bucaresti. Una decisione che prenderesti ancora?
Assolutamente si! Quando sono partito non sapevo niente della Romania e della realtà rugbistica che avrei trovato. Un’esperienza che mi ha proposto il mio allenatore di mischia degli anni in cui ho giocato a L’Aquila. La società è stata disponibile e molto professionale, sono stato loro ospite per una settimana così per familiarizzare con l’ambiente e capire se avrei potuto trovarmi a mio agio: a Bucarest ho avuto la possibilità di confrontarmi con colleghi molto forti, atleti tongani e neozelandesi, professionisti che rendono il campionato molto competitivo. La Romania a livello di Federazione sta investendo tanto per la crescita del movimento e stanno raccogliendo buoni risultati: due anni fa per esempio hanno vinto il loro primo Sei Nazioni B
- A Firenze una nuova avventura e tante motivazioni che immagino per un atleta siano fondamentali: cosa ti ha convinto a dire “si”?
La grande fiducia che ho in Pasquale Presutti, un allenatore di grande esperienza che ha saputo presentarmi al meglio un progetto ambizioso come questo. Il mister mi contattò anche due anni fa ma quando la squadra militava nel Campionato di Serie A ma per diverse ragioni il mio passaggio ne I Medicei non andò in porto. Un’esperienza soltanto rimandata, diciamo! Trovo la città bellissima, ma quel che mi fa sempre stupire in positivo e l’affiatamento del gruppo super unito! E’ sempre un piacere andare ad allenarsi, vivere lo spogliatoio!
- Domenica una vittoria importante contro una squadra che avete saputo controllare nei suoi momenti migliori…
Decisamente! La crescita della squadra passa anche attraverso queste vittorie. Non so se ad inizio stagione avremmo saputo vincere questa partita, gestire bene i momenti chiave del match. Insomma , una bella vittoria che conferma il valore del nostro lavoro e dei nostri sistemi di gioco sui quali lavoriamo quotidianamente.
- Un ruolo il tuo dove occorre grande dinamismo e dove l’adrenalina è alta… Immagino già chi sia il tuo idolo.
L’ala è il giocatore a cui è richiesta la finalizzazione nell’ultima fase delle azioni: quando arriva la meta ovviamente è sempre una bella emozione. Ovviamente il mio idolo di sempre è Jonah Lomu, non potrebbe essere altrimenti.
- Ovviamente non ti sarai perso una partita di questo Sei Nazioni…. un’Italia che secondo te ha deluso fino a questo momento?
Andiamo ad affrontare le migliori squadre del ranking Mondiale, le selezioni nazionali di Paesi che muovono numeri molto più importanti dei nostri, nonostante il movimento italiano sia in netta crescita. Le vittorie pesanti non possono prescindere da quello, sono certo che anche grazie all’ottimo lavoro che l’Italia sta facendo nelle Nazionali giovanili, i risultati importanti arriveranno.
Photo by @AndreaMartini