Se in una stagione fai due volte la stessa trasferta è perchè molto probabilmente sei nello stesso girone di Coppa Italia o addirittura di Champions o Europa League con i padroni di casa. Raramente la motivazione è un rinvio per cause atmosferiche soprattutto adesso che i campi da gioco possono contare su nuovi sistemi di drenaggio e copertura e soprattutto perchè i rinvii sono sempre una scocciatura.
Nel 2018 la Fiorentina di Pioli torna due volte a Udine nel giro di trenta giorni ma il primo viaggio di andata di quel sabato 3 Marzo è stato per tutta la Fiorentina l’ultimo viaggio di quel tempo indefinito che dopo uno shock viene ricordato come “il prima”.
C’è un prima e un dopo Udine, ma non c’è un prima e dopo Davide Astori perchè come ha spesso ribadito con grande naturalezza Stefano Pioli nell’intervista concessa a DAZN lo scorso anno, per lui e per tutto il gruppo Davide c’è ancora e oggi alle 18:00 scenderà in campo.
Per la Fiorentina a Udine sarà per sempre tutto più difficile. Due anni fa, il 3 Aprile la Fiorentina portò a casa un’importantissima vittoria per 0-2 ma mentalmente era ancora tutto confuso e vicino. Tornare a Udine lo scorso anno fece ancor più paura perché il tempo che non aveva lenito il dolore aveva dato alla squadra consapevolezza e razionalità su quanto era accaduto quella mattina di Marzo.
Dopo una settimana di incertezze e possibili rinvii, questo pomeriggio al Friuli vi sarà un altro clima irreale. Si è deciso per le porte chiuse ossia il divieto assoluto per i tifosi ospiti e locali di accedere allo stadio a causa dell’emergenza Coronavirus. Una vera tegola in una stagione come questa, dove nonostante i risultati sportivi, l’entusiasmo di Firenze si è riacceso e l’apporto dei tifosi gigliati in trasferta è stato spesso fondamentale per il gruppo. Oggi più che mai la vittoria è necessaria ed è importante anche il modo in cui la Fiorentina vincerà perchè potrebbe determinare il suo carattere in questo finale di stagione. E’ nei viaggi più difficili che si impara veramente a conoscersi.
Photo by @AndreaMartini e @PaoloGiuliani