Il centrocampista cileno è un vecchio pallino del Dg Viola: riuscirà in questa sessione di mercato a portarlo all’ombra del Franchi?
Alla Fiorentina serve un centrocampista centrale, un regista. Questa necessità è ormai chiara a tutti. Radoja, come abbiamo raccontato nell’articolo precedente, potrà arrivare soltanto a giugno, dato che la Fiorentina non ha attualmente slot liberi per giocatori extracomunitari. La squadra Viola ha però bisogno di un innesto pesante in quella zona di campo e non può aspettare fino a giugno, il problema deve essere obbligatoriamente risolto entro la chiusura della finestra invernale di calciomercato.
Ecco perché torna in auge il nome di Pulgar, vero tormentone di mercato per la dirigenza gigliata. Il mediano cileno classe ’94 è un desiderio ricorrente di Corvino: l’attuale Dg Viola infatti fu il primo a crederci ai tempi di Bologna, portandolo nel capoluogo emiliano nel lontano agosto 2015. Per la trattativa, sicuramente non semplice, sarà necessario un esborso monetario non indifferente: secondo il quotidiano cileno PrensaFutbol la squadra gigliata avrebbe già offerto 9 milioni di euro per assicurarsi il regista. Nell’affare potrebbe però rientrare Ceccherini, anche se Pioli sembra contrario al trasferimento del difensore centrale italiano. Un’ipotesi avanzata nelle ultime ore è quella di un possibile scambio di prestiti, ma questa idea non sembra convincere a pieno la dirigenza emiliana.
Il Bologna deve però considerare due punti fondamentali. Il primo: i rossoblù hanno già effettuato due acquisti in questa sessione di calciomercato, e per un semplice problema di lista dovranno necessariamente sfoltire la rosa, per non incorrere nel rischio di dover mettere qualche giocatore fuori rosa. Il secondo riguarda invece il contratto del centrocampista cileno, in scadenza nel giugno del 2020. Il mediano non sembra intenzionato a rinnovare il contratto, la società rossoblù potrebbe così pensare di cederlo subito, per non rischiare di perderlo a 0 tra un anno.
La stagione calcistica in corso non è sicuramente stata tra le più avvincenti per il centrocampista cileno. Tra infortuni (l’ultimo rimediato a metà dicembre), qualche panchina e un’espulsione rimediata a Genova, Pulgar ha disputato soltanto 10 partite in campionato e 1 in Coppa Italia, realizzando 2 assist in un totale di 945’ disputati.
LA STORIA:
Pulgar cresce calcisticamente nel Deportivo Antofagasta, militante nella Serie B cilena, dove gioca dall’età di 6 anni. Col Deportivo Antofagasta debutta anche in prima squadra nel lontano 2011, ma la vera esplosione arriva col trasferimento nel luglio del 2014 all’Universidad Catolica, la squadra più importante e blasonata del campionato cileno. Nella stagione con los Cruzados gioca 35 partite complessive realizzando ben 7 gol. Dopo la straordinaria stagione in Cile arriva la tanto agognata chiamata europea: il Bologna di Corvino vuole a tutti i costi assicurarsi le prestazioni del regista classe ’94. Il 7 agosto 2015 si trasferisce a titolo definitivo nella squadra del capoluogo emiliano. Nel suo curriculum vi è anche una vittoria preziosissima a livello internazionale: la Coppa America 2015/16 vinta col suo Cile. Nel torneo disputerà soltanto la semifinale contro la Colombia, contribuendo però in modo importante al trionfo del Cile di Pizzi.
LE CARATTERISTICHE:
Pulgar nasce inizialmente come difensore centrale nelle prime esperienze con il Deportivo Antofagasta. Nel 2011, anno in cui Pulgar debutta in prima squadra, inizia ad essere schierato a centrocampo, viste le sue ottime qualità in impostazione. L’esperimento risulterà totalmente azzeccato e Pulgar non abbandonerà più il ruolo di vertice basso davanti alla difesa. Dotato di un’ottima struttura fisica (186 cm per 83 kg) e di un interessante visione di gioco, ricopre perfettamente il ruolo di regista, riuscendo ad interpretare al meglio le due fasi principali. Pulgar è infatti determinante nella fase di rottura delle trame offensive avversarie, ed efficace in fase di impostazione, dove combina alla perfezione una discreta tecnica di base e una buonissima visione di gioco. Un suo punto di forza è anche la conclusione da lontano, grazie a una buona precisione e ad una straordinaria potenza di tiro. Il problema maggiore è però rappresentato dalla tendenza al cartellino ‘facile’ dal centrocampista cileno, capace di totalizzare 19 ammonizioni e 3 espulsioni in campionato nelle 82 presenze con la casacca rossoblù.
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