Al termine di Fiorentina Empoli le prime considerazioni che hanno attirato l’attenzione dei media sono state riguardanti la mini rivoluzione tattica che Pioli avrebbe apportato alla squadra che ricordiamo doveva fare i conti anche con pesanti assenze: un 3-4-2-1 che ha funzionato e ha fatto da scheletro ad una Fiorentina finalmente tornata a vincere. La difesa molto spesso gioca con le caratteristiche con cui ha giocato ieri poiché sovente Milenkovic scala centrale, facendo quindi i movimenti che ha svolto ieri Ceccherini. I cambiamenti più sostanziali sono quindi stati operati a centrocampo a causa delle assenze di Edimilson e soprattutto Veretout: esordio da titolare per Norgaard che ha giocato magari con semplicità ma disputando una buona partita, facendosi sempre trovare in posizione per ricevere e soprattutto pronto in fase di copertura. Una prestazione che ha messo in luce quanto il danese non sia un giocatore con caratteristiche da sottovalutare, anzi potrebbe prendere la posizione di centrale davanti alla difesa e magari un nuovo regista basso libererebbe Veretout a quella che era la sua vecchia posizione. Ovviamente l’imperativo è quello di crescere sotto il profilo dei minuti, indispensabile per trovare continuità e dare certezze a Pioli.
Anche in attacco i cambiamenti operati sono risultati prolifici: Mirallss e Chiesa hanno giocato più vicini a Simeone e sono riusciti a dare più presenza al numero 9 viola, facendo interessanti movimenti a tagliare il campo che hanno portato pericoli importanti in area di rigore dell’Empoli. Società, tecnico e tifosi speravano tutti che fosse Pjaca il giocatore in grado di spostare gli equilibri dell’attacco gigliato, un giocatore con caratteristiche tecniche importanti che dopo il grave infortunio avrebbe potuto recuperare in condizione e convinzione. Questa evoluzione purtroppo non c’è stata ma nelle ultime domeniche abbiamo assistito al cambio di passo di un giocatore arrivato piuttosto in sordina a Firenze, probabilmente a causa delle ultime due deludenti stagioni, dove è stato rimbalzato tra la Premier e il campionato greco. Ad inizio campionato anche Mirallas non era al meglio fisicamente ma adesso si è trasformato in un giocatore vivo, un uomo su cui la Fiorentina può contare. Di certo Mirallas non è un bomber, ma è un giocatore che da presenza e qualità, risultando decisivo nelle ultime due partite.
Ha dimostrato di cavarsela con entrambi i piedi, andando a segno sia con il destro che con il sinistro, ribadendo le ottime caratteristiche tecniche che aveva palesato fin da giovanissimo. Mirallas è un giocatore che sa dare sostanza alla manovra d’attacco, si muove bene sulle fasce, ha ottimi tempi di inserimento e non disdegna neppure qualche ripiegamento difensivo. Una presenza viva che garantisce soprattutto a Simeone maggior libertà di manovra e minor pressione difensiva, dopo oltre un mese di preoccupante isolamento.
In questo momento è lui il giocatore in attacco che da maggior garanzia nel confronto diretto con il croato ma ovviamente se nel mercato di Gennaio cambiassero delle strategie nel mercato della Fiorentina, le carte in tavola potrebbero mescolarsi di nuovo.