A un mese circa dalla fine del campionato di A2 maschile, scambiamo due parole con il D.G. dei Lupi S. Croce, Dario Da Roit. Le notizie che arrivano “dagli altri campi”, con le rinunce al volley di serie A per le finaliste della scorsa stagione (Vibo Valentia e Bergamo), stanno preoccupando tutto l’ambiente del volley.
“Direttore, qual è lo stato di salute dei Lupi S. Croce in un momento non semplice per il grande volley di serie A? E, facendo un passo indietro, a cosa è dovuta questa “crisi”?”
“I fattori sono molteplici ma possono essere riassunti in un costante aumento delle spese da sostenere. E non stiamo parlando degli investimenti per staff e giocatori, che possono variare secondo ambizione. Parliamo di spese fisse. Ad esempio, quelle relative ai nuovi contratti sportivi: incideranno per il 20% circa e naturalmente saranno onerose in modo proporzionale all’entità dell’accordo. Questo è un aspetto che andrà a pesare indubbiamente sui bilanci delle società, assieme ai costi di gestione dei Palazzetti, alla logistica, alle trasferte, tutte “voci” che non sono sotto gli occhi di tutti ma che esistono e chi manda avanti una Società lo sa bene”.
“Assisteremo quindi ad un ridimensionamento del progetto Lupi?”
“No, il progetto Superlega rimane in essere. Abbiamo bisogno, però, di due “upgrade”. Il CDA, Consiglio di Amministrazione, si deve rinnovare. Devono entrare altre figure, che portino non solo risorse, o capacità di trovare risorse, ma anche idee, credibilità, progettualità. In secondo luogo, dobbiamo aumentare il numero di aziende disposte a sostenerci entrando nel “pool” di sponsor. Se aumentano i costi, devono aumentare le risorse e gli introiti. I costi diminuirebbero soltanto scendendo di categoria, ma questa non è l’intenzione della Società che anzi vuol continuare a crescere e, appunto, rilanciare il progetto. Con un messaggio per il territorio”.
“E qual è il messaggio che vuole/volete mandare al territorio?”
“Che le risorse possono essere cercate e trovare nel Comprensorio. C’è tutto per far bene senza andare a cercare chissà dove. Le ricadute positive possono essere importanti e non si misurano solo in termini di risultati sportivi o vittorie”.
“Ad esempio?”
“Ad esempio, il Pala Parenti. Che deve essere sistemato e principalmente ripensato per un aumento di capienza, con modifiche strutturali che regalerebbero al territorio una struttura moderna e funzionale da 3000 posti per la pallavolo ma anche per fiere, concerti, eventi… Un gioiello fruibile da tutti. Per questo cerchiamo aziende disposte a sostenerci in questa impresa, aziende che vogliano legare il proprio investimento al Palazzetto, in modo specifico.
“In conclusione, cercate di proporre una pallavolo di alto livello sostenibile e non legata ad un patron ma ad un territorio e ad una comunità…” “Il modello della grande azienda, del patron, è sempre più a rischio. Si caricano tutti i costi crescenti su un soggetto solo. Noi vogliamo che i Lupi S. Croce siano la squadra espressione di un territorio: espressione delle capacità imprenditoriali, delle risorse, della tradizione, della specificità. Una squadra “brand”. Ma anche che i Lupi siano in grado di restituire al territorio quanto ricevuto, non solo, come detto, con la pubblicità, ma anche con progetti “seri” come quello messo in campo con il Rotary, che porterà una serie di borse di studio “sportivo” riservate a chi altrimenti non si potrebbe permettere di fare attività. Si deve creare un legame a doppio filo: i Lupi hanno bisogno del territorio e il territorio può avere bisogno dei Lupi, come punto di riferimento, come cultura sportiva, come centro di aggregazione e inclusione, come sostegno ad Associazioni e Istituzioni, come occasione di promozione turistica”.
“La prima squadra sarà in linea con il profilo che avete intenzione di dare al progetto?”
“La squadra di A2 Credem Banca sarà competitiva, giovane, ambiziosa, con tanti ragazzi “nostri”. Una squadra di Lupi, in grado di emozionare e coinvolgere così come è stato nelle ultime stagioni”.
(Ufficio Stampa Kemas Lamipel Santa Croce)