La sconfitta amara con il Milan, il “malessere” di cesare Prandelli, le dimissioni del tecnico di Orzinuovi ed il ritorno di Beppe Iachini. Tanti eventi concentrati in pochi giorni che hanno rivoluzionato il panorama per il finale di campionato della Fiorentina. Eventi che la provvidenziale pausa azzurra aiuterà a elaborare meglio ma che certo non hanno lasciato indifferenti il popolo viola. Passi per la sconfitta con i rossoneri, in fondo la squadra ha anche giocato bene e la battuta d’arresto è figlia soprattutto della maggiore qualità della squadra allenata da Stefano Pioli ed anche dal diverso momento vissuto dalle due squadre. Il Milan è squadra solida, convinta delle proprie qualità e con sicurezze che forse vanno anche oltre tali qualità. La Fiorentina, nonostante la vittoria di Benevento, rimane una squadra fragile, un gruppo tutt’altro che granitico e con sicurezze molto provvisorie.
Non potrà invece non lascare strascichi per il futuro, immediato e prossimo, l’uscita di scena di Prandelli. Uomo vero, amato come un figlio da Firenze e che con il suo gesto, umano e da rispettare, ha messo a nudo tutti i problemi di una squadra ma soprattutto di una società che in due anni non hanno ancora avuto la forza o la capacità di darsi una fisionomia certa. L’addio di Cesare Prandelli può essere una grane occasione per la società viola. L’occasione di una riflessione senza filtri, sincera su ciò che funziona e ciò che invece deve essere corretto. Sulla buona volontà del patron Commisso, di Joe Barone e di Daniele Pradè nessuno ha dubbi (inutile mettere in questo elenco Giancarlo Antognoni perché “Antonio” non si discute). L’uscita di scena di un uomo vero come Prandelli, quindi, può essere l’evento, il punto di non ritorno a cui attaccarsi per provare a pensare il futuro della Fiorentina su altre basi.
In questo, paradossalmente, può aiutare anche il ritorno di Beppe Iachini. Un altro figlio adottiva di Firenze che torna perché sotto contratto ma anche perché troppo legato a questa piazza per non accettare la sfida. Beppe torna per chiudere la stagione, per far arrivare in porto la Fiorentina senza troppi rischi. Lui per primo, però, sa che non sarà il tecnico del futuro e quindi la società adesso è ancora più libera di prima, con Prandelli in panchina, di pensare liberamente al proprio futuro e quindi al prossimo allenatore.
Insomma, testa bassa e lavorare. Gli alibi sono finiti per la società e per i giocatori.