Fiorentina che riparte in contropiede, meno di due giri d’orologio al triplice fischio, un 3 contro 2 che non puoi sbagliare. Chiesa, Sottil e Ceccherini compatti e involati verso la porta, retroguardia del Parma che con la forza della disperazione si lancia nel ripiegamento e Sepe che in una frazione di secondo prende la decisione di cercare di chiudere la linea di passaggio frontale e non rimanere tra i pali. Ecco è nell’istante in cui la Fiorentina ha polverizzato quella clamorosa occasione da goal che tutti i cuori viola, in campo, in panchina e soprattutto alla tv si sono accorti di non avere più nemmeno le forze per arrabbiarsi.
Il primo tempo al “Tardini” è il risultato di una partita preparata con criterio e soprattutto interpretata con applicazione: la formazione è inedita ma equilibrata, la qualità principale degli uomini di D’Aversa non è certo la spettacolarità ma la compattezza e la quadra, così la Fiorentina una volta passata in vantaggio sa gestire con discernimento, non si accontenta, continua a costruire, alza la pressione nei punti dove effettivamente i padroni di casa sono più in sofferenza e mette in ghiaccio il risultato grazie alla freddezza di Pulgar dagli 11 metri.
L’episodio che riapre i giochi è quantomeno discutibile. Il calcio di rigore assegnato da Abisso dopo un lungo consulto con il VAR ha motivazioni oscure ma fatto sta che la Fiorentina rischia di veder demolite le ottime ma precarie certezze create fino a quel momento. I fantasmi del recente passato si riaffacciano prepotenti nelle teste di giocatori e allenatore che però sono bravi a rimanere lucidi e compatti nonostante un paio di ingenuità difensive che si potevano assolutamente evitare (vedi la veronica di Pezzella….). Bene Terracciano, sicuro soprattutto nelle uscite rese complicatissime dalla presenza fisica dei giocatori del Parma e quindi spesso risolutive, fortunatissimo l’ex gigliato Sepe, graziato da una Fiorentina che in fase offensiva sembra squagliarsi ogni volta che si avvicina alla porta. Quel 3 contro 2 appunto. O pochi minuti prima le sghimbesce e banali conclusioni di Castrovilli e Cutrone, ai quali il Parma, alla ricerca del goal del pari, aveva lasciato grosse libertà. Insomma è una Fiorentina che finalmente torna a vincere, che non perde la testa al primo imprevisto ma che ancora si esibisce pericolosamente in “esercizi di harakiri” che rischiano davvero di costare tantissimo.
Con la formazione di oggi Giuseppe Iachini conferma un’idea sulla quale in molti hanno iniziato a fare più di una riflessione. Una partita preparata bene (come del resto lo era stata anche quella contro la Lazio) dove finalmente sono stati gestiti al meglio i cambi ma che palesa come le fondamenta di questa rosa di fatto non sussistano. Un organico di grande prospettiva, okay, ma dove gli allenatori, prima Montella e poi Iachini sono stati costretti a scelte tattiche tanto controverse quanto curiosamente simili, giocando partite molto fotocopia contro gli stessi tipi di avversarie. Giusto quindi pensare a chi sarà e se ci sarà un altro allenatore nel futuro della Fiorentina(ma occhio al toto-nome!!!) ma fondamentale sarà metterlo nelle condizioni di scegliere, per quanto possibile, gli uomini a sua disposizione. Questa stagione è da buttare anche e soprattutto a causa di questo aspetto. Una squadra che a tratti è sembrata figlia del caso, un caos che nel calcio non è una scelta.