Le Pagelle:
Dragowski: 6 Risponde bene ad inizio secondo tempo sul tiro da posizione defilata di Skrabb. Fenomenale sul finale su Dossena.
Caceres: 4 È lui a commettere il fallo da rigore su Dessena: evidente il suo ritardo in marcatura. È in evidente sofferenza per quasi tutta la partita, e al 70’ commette il fallo della doppia ammonizione. Giornata orribile per l’uruguaiano.
Ceccherini: 6 Il giallo al 22’ è parecchio ingeneroso, e avrebbe potuto certamente condizionare la gara del centrale. Lui riesce comunque a mantenere la calma: poche sbavature degne di nota.
Pezzella: 6.5 Il gol è meraviglioso: un colpo di testa in tuffo perfetto, che non ha lasciato scampo a Joronen. A 15’ dalla fine sfiora la doppietta, ma il suo colpo di testa si infrange sulla traversa.
Dalbert: 4 Parte malissimo, con errori evidenti soprattutto in copertura: dalla sua fascia nasce infatti l’azione che porterà poi al rigore trasformato da Donnarumma. Continua con gli errori, e dopo essere stato ammonito, rischia in almeno due occasioni l’espulsione. Anche in fase offensiva è pressoché nullo, con continui errori nei tentativi di cross. Un ritorno in campo davvero orribile per il brasiliano. (46’ Lirola: 5.5 Spreca in maniera indecorosa un ottimo contropiede al 69’. Per il resto copre bene la zona, senza però dare contributo offensivo).
Castrovilli: 6.5 Dopo un primo tempo senza acuti, trova finalmente la giusta brillantezza nel secondo tempo, ed inizia a creare qualche grattacapo alla difesa ospite. È però ovviamente ancora lontano dalla sua forma migliore: rimane però forse l’unico in grado di fare davvero da differenza, e quando si accende ciò risulta sempre evidente. Sul finale ha l’ultima ghiottissima opportunità per i 3 punti, ma non inquadra la porta.
Pulgar: 5 Prova a dare equilibrio, ricoprendo il solito ruolo di uomo davanti alla difesa. In fase d’impostazione non riesce però ad incidere: poco coraggio e pochissime verticalizzazioni degne di nota.
Duncan: 5 In fase di rottura aiuta la difesa, con qualche buona chiusura. In fase offensiva risulta invece nullo: pochissime sovrapposizioni e nessuna idea degna di nota. Bocciato malamente. (67’ Ghezzal: S.V. 73’ Milenkovic: S.V.).
Chiesa: 5 Ci prova al 20’ con un tiro da posizione centrale: la conclusione è però troppo centrale e trova la facile opposizione del portiere. Non riesce a dare il giusto contributo già nel primo tempo, commettendo anche qualche errore tecnico non da lui. Ci prova anche al 60’ con un bel diagonale da dentro area, ma il tiro termina a lato di pochissimo. Buono poi il servizio per Ribery al 63’, sprecato però da quest’ultimo a tu per tu con Joronen. Con un grave pasticcio, la difesa lombarda gli offre anche una ghiottissima opportunità da gol: lui però, seppur da posizione defilata, fallisce malamente vanificando l’enorme opportunità. Nel complesso perde l’ennesima opportunità per prendersi in mano la squadra. Anche oggi la prestazione non può essere sufficiente: tanti errori, e pochissima lucidità.
Vlahovic: 6 Tanto movimento, con la solita grinta. Le palle davvero buone non sono molte, anche per l’assenza di buoni cross provenienti dal fondo. A metà secondo tempo si gira perfettamente in area, ma calcia troppo centralmente, favorendo così l’intervento coi piedi di Joronen.
Ribery: 6 È sin da subito il più pimpante del tridente, con qualche buona iniziativa personale. Da una sua giocata individuale nasce infatti il corner che porta al gol di Pezzella. Al 50’ trova anche la gioia personale, ma l’arbitro annulla tutto per precedente fuorigioco di Vlahovic. Innescato da Chiesa, fallisce una ghiottissima occasione davanti a Joronen, litigando col pallone. Col passare dei minuti perde brillantezza, e scompare dal gioco: dopo il grave infortunio era però prevedibile.
All. Iachini: 4.5 La Fiorentina cresce nel secondo tempo, anche per la pochezza tecnica dell’avversario. Nonostante la crescita, il gioco si conferma però estremamente approssimativo, e troppo improntato sulle individualità. Forse un errore non sostituire prima Caceres, in difficoltà già da inizio partita: l’espulsione però, soprattutto vista la sua esperienza, non era facilmente prevedibile.