Era nato in sulle dolci spiagge della Romagna 50 anni fa, Marco Pantani che però, ancora una volta, festeggia il giorno del suo compleanno tremendamente lontano dal mare che lo ha visto bambino, dalle montagne che lo hanno visto Immenso e da una famiglia che dal 2004 cerca la verità.
In tanti oggi si domandano cosa sarebbe stata a distanza di tanti anni dal ritiro, la vita professionale del Pirata, di uno dei campioni più spettacolari che l’Italia ha mai regalato al ciclismo. Richiestissimo commentatore in tv? O meglio ancora, una figura di riferimento per il ciclismo italiano, la guida perfetta per i talenti del futuro, proprio lui che poteva vantare di aver avuto come mentore Luciano Pezzi! Marco sarebbe stato un mentore perfetto in questo mondo di ciclismo ormai dominato dai computer, dove le sensazioni non vengono ascoltate, dove tutto è scientifico e sempre meno emotivo, viscerale, lontano dall’essenza del ciclismo eroico ed autentico. Perchè la grandezza di Marco è stata da sempre chiara, un talento limpido, vero fin da giovanissimo, fin da quel pomeriggio del 1994 dove ad Aprica fu chiaro veramente a tutti: era nata una stella.
Vorremmo farteli di persona questi auguri Marco, vorremmo disturbarti in questa fredda giornata di Gennaio che sicuramente avresti dedicato alla montagna. Al suo silenzio e alla sua solitudine. Purtroppo non è così, e a noi non rimane che immaginarti ancora danzare sui pedali, scattare in salita, mani basse, con la sua bandana pronta ad essere gettata a terra. Ci hai lasciati tutti sul posto, immobili e disorientati come rimanevano i tuoi avversari, tutti i corridori che ieri sicuramente ti hanno pensato e hanno rivolto a te e alla tua famiglia il più dolce, struggente e silenzioso dei ricordi.
Tanti auguri.
Giacomo Biagini
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