Quattro punti dalla zona retrocessione. Un margine labile se ti trovi a Dicembre, un confine invisibile se il campionato in cui militi è la Lega Pro, un torneo decisamente imprevedibile e soggetto a continui stravolgimenti. Molti Club a causa di vicende legate alla proprietà si sono ritrovati in pochi mesi dalla lotta per i vertici della classifica, accarezzando il sogno promozione, catapultati in zona play out o destinati magari a scomparire di lì a poco. La Lega Pro è fatta di realtà storiche e destinate a rimanervi a lungo, matricole capaci di stupire o fallire nel giro di un campionato, meteore che non rivedremo più dopo l’exploit nei dilettanti e, pochi, Club ambiziosi convinti che quello sarà solo il primo gradino della loro scalata.
Quattro punti dalla zona retrocessione però non fanno pensare alla Serie A. Hanno il sapore della paura, del terreno che frana sotto i piedi nonostante la squadra fosse stata costruita con criterio e impegno. Accade così che l’8 Dicembre 2014 a Ferrara salta l’allenatore, via Oscar Brevi, dentro Leonardo Semplici: è un toscano dai modi garbati Semplici, viene dall’esperienza sulla panchina della Primavera della Fiorentina, la sua squadra del cuore, e da tanta gavetta in Lega Pro di Prima e seconda Divisione. E’ uno di quegli allenatori per i quali i risultati non possono prescindere dal gioco, dall’applicazione in un sistema in cui si crede, un atteggiamento che a volte nei campionati così duri non paga. Semplici non ci sta a però a piegarsi alle logiche spicciole, vede nei suoi giocatori e nella struttura di quella società una luce in grandi di brillare molto più lontano di quel dodicesimo posto: ha ragione. Non cambia idea nemmeno dopo l’esordio contro la Carrarese, perso per 2-0, non gli fanno cambiare idea i tifosi inferociti a fine partita: un toscano più sanguigno forse avrebbe reagito in modo diverso, avrebbe preteso tempo.
Semplici ha intenzione di rimanere a lungo e non raccoglie la provocazione: la stagione si conclude con la S.P.A.L che a fine stagione non solo si salva serenamente ma si piazza quarta in classifica con un gruppo che segue alla lettera i sogni del suo allenatore. Passa un anno infatti e nel Maggio 2016 a Ferrara si può finalmente festeggiare la promozione in Serie B dopo 23 anni di assenza: un campionato condotto e vinto che viene coronato anche dalla vittoria di Supercoppa di Lega Pro.
Eccola lì, la Panchina d’Oro, un riconoscimento tra gli allenatori che più di una trofeo, conferma quanto le tue idee avessero ragione. Quanto tu avessi ragione a difenderle. Adesso, con il supporto di una società più solida rispetto alle passate gestioni, Leonardo Semplici può provare a scrivere la storia più bella. L’inizio in Serie B sarà difficile, lo aveva pronosticato, però la realtà è un po’ diversa. Non è un semplice inizio turbolento quello della SPAL in serie cadetta, è un inizio molto molto complicato, la salita sembra una scalata horror, la squadra è disorientata e riesce a vincere soltanto una delle prime 11 partite. “Ma che matricola terribile, questa SPAL è destinata a fare la fine delle altre”, “Non è pronta”, diranno gli esperti.
Insomma pare che la voglia di far gioco di Semplici sia vista come una sciocca ostinazione. Il gruppo resta compatto, nessuno arretra di un centimetro, anzi quelle prime 11 partite sembrano essere state la giusta rincorsa per scalare la vetta. Al trentunesimo turno la SPAL batte il Cesena 2-0 e guarda tutti dall’alto, non fa male la sconfitta 2-1 contro la Ternana il 13 Maggio 2017 perché il Frosinone cade a sorpresa a Benevento e a Ferrara, 49 anni dopo l’ultima volta in massima Serie, si festeggia l’impresa. Adesso non ci sono più gli esperti che lo vedevano già retrocesso, i tifosi inferociti che non lo volevano sono stati prima convinti poi fatti commuovere: tra di loro c’è chi non aveva mai visto la SPAL in Serie B, figurarsi la A, una realtà dove però il Club dimostrerà di trovarsi a proprio agio.
Coraggio, idee e cuore viola. Beh, non credo di sbagliare nel dire che, quando la nuova proprietà si era appena insediata a Firenze e si stava cercando il profilo giusto per il nuovo tecnico, più di un tifoso fiorentino abbia fatto il nome di Semplici, un allenatore con la giusta esperienza, immense motivazioni e ambizione autentica, quella che non si dimostra solo a parole ma nei fatti, nel gioco. Rimasto a Ferrara non per ripiego ma per fiducia e forse anche per l’assenza di un progetto così potente da spingerlo a salutare quella che adesso è per lui una seconda casa, a Semplici è stata di fatto affidata una squadra peggiore di quello dello scorso campionato non tanto per valori tecnici ma per esperienza. Messo in discussione e non poco nelle ultime settimane a causa di qualche stop inaspettato, Leonardo Semplici ha risposto alla sua maniera, con eleganza ma irremovibile ostinazione. Niente squadra “materasso”, niente “catenaccio” a più non posso: la SPAL fatica a trovare equilibrio e sostanza nel proprio gioco ma siamo certi lotterà fino alla fine per non soccombere ad un campionato terribile, capace di far inciampare anche squadre che ad Agosto avevano tutt’altre ambizioni… vero Fiorentina?!?
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