Lo manda Pizzarro. Un nome una garanzia per Firenze e per la Fiorentina che proprio grazie all’immenso “cerebro” calcistico del centrocampista cileno nel 2012 ritrovò una mediana di geometrie e idee.
A sei anni di distanza dall’arrivo del Pek in maglia gigliata, Daniele Pradè nell’ultima sessione di mercato ritrova nuovamente un centrocampo totalmente da ricostruire, un reparto dove di fatto mancano classe e muscoli. La missione questa volta è stata compiuta soltanto in parte, anzi ci sarebbero molti appunti da fare all’operato del Direttore Sportivo gigliato che però ha il merito di seguire il consiglio di Pizzarro e raccogliere quella che originariamente era partita come un’idea di Pantaleo Corvino, grande estimatore di Erik Pulgar fin dal 2015 anno in cui l’ex direttore generale della Fiorentina lo aveva portato a vestire la maglia in rossoblu.
Pulgar, appunto. Acquistato dalla Fiorentina a titolo definitivo per la cifra di 10,4 milioni con percentuale del 10% al Bologna su eventuale plusvalenza e vendita futura, è cresciuto calcisticamente nel Deportivo Antofagasta, Club militante nella Serie B cilena. Il centrocampista finisce sotto i riflettore dei grande calcio dopo il trasferimento nel luglio del 2014 all’Universidad Catolica, la squadra più importante e blasonata del campionato cileno. Nella stagione con los Cruzados gioca 35 partite complessive realizzando ben 7 gol, uno score che 12 mesi più tardi gli vale la tanto agognata chiamata europea: il Bologna di Corvino vuole a tutti i costi assicurarsi le prestazioni del regista classe ’94 che il 7 agosto 2015 si trasferisce a titolo definitivo nella squadra del capoluogo emiliano.
Nato inizialmente come difensore centrale nelle prime esperienze con il Deportivo Antofagasta, come molti suoi colleghi convince il tecnico della sua squadra ad avanzare di alcuni metri in campo, facendosi forte di ottime qualità in fase non solo di impostazione ma anche di recupero della palla. Pulgar è infatti determinante nella fase di rottura delle trame offensive avversarie, ed efficace in fase di impostazione, dove combina alla perfezione una discreta tecnica di base e una buonissima visione di gioco. Un suo punto di forza è anche la conclusione da lontano, grazie a una buona precisione e ad una straordinaria potenza di tiro. Il problema maggiore ? Una spiccata tendenza al cartellino ‘facile’ (si, ricorda Pizzarro!) considerate le 19 ammonizioni e 3 espulsioni in campionato nelle 82 presenze con la casacca rossoblù.
Nella prima parte di campionato con la maglia viola, Erik Pulgar, senza ombra di dubbio, ha rappresenta uno dei migliori colpi compiuti da Pradè. Quest’estate però, dopo anni di corteggiamento, il centrocampista cileno ha raggiunto Firenze, esplicitando sin da subito i motivi per cui sia Pradè che Corvino hanno sempre desiderato la sua acquisizione. Pulgar ha dimostrato ampiamente di essere un giocatore completo, in grado di svolgere alla perfezione entrambe le fasi di gioco: una qualità praticamente unica, che lo ha reso di conseguenza insostituibile per Vincenzo Montella (che disastro la sua assenza contro il Lecce!!). Difficile che Iachini voglia e possa fare a meno di lui!
Ad inizio campionato però, i dubbi sul suo inserimento nella formazione titolare erano molti, soprattutto per la sospetta incompatibilità con Badelj. Grandissimi i meriti del giocatore nel calarsi al meglio delle sue possibilità nel ruolo di mezz’ala, interpretando tale ruolo in un modo personale ed estremamente interessante come dimostra la sua ottima media realizzativa di passaggi chiave e la media di contrasti vinti a partita.
Insomma, in una campagna acquisti ferocemente criticata, quella di Erika Pulgar risulta sicuramente una delle scelte più “felici” compiuti dalla nuova dirigenza viola, determinata a chiudere una trattativa a lungo seguita ma mai concretizzatasi… anche se, non si può negare certo che tutto provenga da un’intuizione di Pantaleo Corvino!