Una serie di risorse che si trasformano in scelte forzate. Il calcio conferma essere uno sport dagli equilibri delicati e logici, un gioco che diventa pericolosissimo se giocato sfidandone le naturali applicazioni. La Fiorentina a Reggio Emilia è in emergenza e Montella in conferenza stampa prova comprensibilmente a normalizzare ribadendo come in questo turno infrasettimanale un po’ di riposo per i “soliti noti” era più che preventivato. Accade così che per affrontare un Sassuolo solitamente propositivo e “sparviero”, tutti si convincono che la Fiorentina cambierà d’abito, abbandonando temporaneamente la difesa a tre e inserendo dal primo minuto, il tanto atteso centravanti, andando a creare maggior densità in area di rigore. Ma così, non andrà….
Sugli esterni il Sassuolo è una squadra veloce di gambe e di pensiero: Caputo è costantemente neutralizzato, fuori dai giochi, De Zerbi se ne accorge e lo invita ad accomodarsi in panchina anzitempo, ma sugli esterni la musica è diversa e la Fiorentina si trova ad andare a duellare sulle fasce con uomini non sempre all’altezza del compito. Perché?!? Sottil non è un terzino, Benassi non sempre riesce a dare il suo apporto in fase di ripiegamento e Boga nella prima frazione è un martello. Ecco, una situazione del genere crea però un problema al quadrato perché mette Sottil nella scomoda condizione di non far bene né l’inedito ruolo che è chiamato ricoprire, né tantomeno la fase che più sarebbe nelle sue corde. Impreciso, nervoso e comprensibilmente poco lucido, basta vedere i cross di Sottil per capire che c’è qualcosa che non va.
Insomma, se è vero che l’assetto a tre formato da Pezzella – Milenkovic e Caceres ha dato stabilità e forza alla Fiorentina è altresì innegabile che gli interpreti hanno il loro peso! Per esempio, inutile prendersi in giro: l’assenza di Franck Ribery è una voragine. Nel carattere, nella visione del gioco e nella lettura di una partita che ad un certo punto rischiava di diventare per la Fiorentina un “Dedalo” incomprensibile, una condizione creatasi anche per gli scossoni subiti a centrocampo.
Certo, Badelj non ha brillato nelle ultime partite, anzi ha palesato più che mai limiti che di norma riesce a mascherare molto meglio però c’è da dire che Pulgar in cabina di regia risente e non poco dell’assenza di geometrie e tempi che il croato riesce a dettare. Pulgar si ritrova così ad essere combattente e “metronomo” e probabilmente questa solitudine lo porta ad essere un po’ meno lucido del solito. Benassi non è il centrocampista alternativo a Badelj, anzi, in questo stato di limbo confuso, non può proprio rappresentare un’alternativa valida per una Fiorentina ambiziosa! Un’occasione persa, peccato. Il Marco Benassi visto nell’avvio di stagione dello scorso campionato è un giocatore arrembante, generoso e dinamico, un centrocampista che sicuramente per Montella sarebbe prezioso ritrovare.
Lorenzo Venuti impiegato nel suo ruolo è un giocatore che convince, capace di mettere in campo quanto di buono acquisito dal calcio propositivo e ordinato di Liverani: fondamentale migliorare nei piazzamenti e nella personalità sui calci piazzati, situazioni che possono costare carissime alla Fiorentina.
Le sue discese sulla fascia valgono alla Fiorentina il goal del pareggio, le sue qualità non possono che rappresentare una ricchezza per un progetto tecnico-tattico che non può e non deve essere esclusivamente ancorato ad un sistema.
La questione centravanti è di facile risoluzione, anzi non esiste una questione. E’ necessario, punto e basta. Dispiace per le ferree convinzioni di Montella, per il credo sicuramente valido di un allenatore che merita la piena fiducia ma che deve tener conto non solo della propria squadra ma delle caratteristiche delle sue avversarie. Juventus e Atalanta non sono Parma, Udinese e Sassuolo, creare densità in area di rigore significa non solo dare peso all’attacco ma dare più soluzioni a tutta la squadra, regalare metri e respiro agli uomini di maggior velocità. Vlahovic contro il Sassuolo è entrato al meglio, ha arretrato la difesa di De Zerbi, l’ha costretta a correre e rincorrere e ha portato le marcature a saltare.
Sontuosa, completa, totale la partita di Gaetano Castrovilli che nella notte di Reggio Emilia non si fa mancare nemmeno il goal. E’ lui il cuore della squadra e “orfano” del suo compagno “preferito”, gli dedica il goal e la prestazione, disputata seguendo alla lettera tutti i consigli che il francese ha elargito nel corso di questi due mesi. Ribery e Castrovilli non vedono l’ora di tornare a dialogare nel rettangolo verde ma in attesa del rientro in campo del francese, il faro del centrocampo viola sembra davvero valere per due.
Sono tre punti pesantissimi e tutto sommato meritati quelli ottenuti al “Mepei Stadium” ma saranno ancora più preziosi se serviranno alla Fiorentina per crescere in consapevolezza e carattere, a Montella per rivedere alcune situazioni che potrebbero risultare determinanti contro una squadra come il Parma, avversaria che contro l’Inter e il Verona ha palesato limiti e punti di forza ben riconoscibili.