La Fiorentina, dopo sei risultati utili consecutivi, incappa nella sua terza sconfitta stagionale, e si allontana momentaneamente dal treno europeo. Una sconfitta che però deve assolutamente servire da insegnamento: deve essere infatti osservata nel migliore dei modi, per analizzare a fondo ciò che non ha funzionato nella sfida e nelle tattiche di domenica sera.

Il primo problema, ormai sorto da diverse giornate, ma in parte “coperto” dai risultati positivi, è sicuramente la prevedibilità della fase offensiva gigliata. La Viola, ancora una volta, è rimasta aggrappata alle sole invenzioni individuali del trio “delle Meraviglie”, ossia Castrovilli, Chiesa e Ribery: troppo poco.

Partiamo dal modulo. Il modulo scelto da Vincenzo Montella è estremamente adatto alla sfida contro la Lazio: uno schieramento a specchio, in modo da mettere in difficoltà la perfettamente rodata armata biancoceleste. Nelle partite in cui l’avversario è pronto a sfidarti a viso aperto, senza alcuna paura referenziale, il 3-5-2 risulta infatti essere il modulo probabilmente più adatto. Tale disposizione tattica infatti attribuisce alla squadra una solidità difensiva unica, difficilmente ritrovabile in altre organizzazioni tattiche. In fase offensiva invece, la squadra può anche “permettersi” di affidarsi quasi esclusivamente all’estro e alla classe dei suoi singoli migliori, proprio perché la squadra avversaria non giocherà l’intera sfida pensando esclusivamente a difendersi, e concederà quindi qualcosa.

Il discorso però cambia totalmente con le squadre dal livello tecnico evidentemente inferiore: chiari esempi sono l’Udinese e il Brescia. Con queste squadre, pronte anche a difendersi ad oltranza, il 3-5-2 non può che essere un modulo sbagliato: vi spieghiamo il perché. Se il 3-5-2 ti regala infatti un’enorme solidità, ti fa assolutamente perdere qualcosa in fase offensiva: la squadra diventa così prevedibile, e con due uomini fissi in marcatura su Ribery, due su Chiesa, e una marcatura a uomo su Castrovilli, la Viola può essere quasi resa inoffensiva, soprattutto se Pulgar non è in giornata. Gli esempi sono infatti le sfide con Udinese e Brescia, la prima vinta grazie ad un gol su calcio d’angolo, la seconda pareggiata a reti bianche.

Il problema però, ovviamente, non è solo il modulo, ma anche la funzionalità di alcuni uomini. Inutile nascondersi, in queste prime nove giornate di campionato, Badelj ha deluso ampiamente le aspettative, salvo alcune sporadiche prestazioni. Cerchiamo di essere più specifici: Badelj, salvo in pochissimi casi, ha svolto pienamente il compito di equilibratore, di diga fra difesa e centrocampo, ma è risultato pesantemente impalpabile nella fase d’impostazione di gioco. La Fiorentina sente enormemente la mancanza di un regista, di un giocatore dalla straordinaria visione del gioco, in grado di impostare in prima persona ogni manovra della squadra: semplicemente quello che rappresenta attualmente Tonali nel Brescia di Corini.

Quale può essere la soluzione? Il cambio del modulo, soprattutto in determinate situazioni. Se infatti, contro le big il 3-5-2 può (e forse deve) essere confermato, contro le medie-piccole c’è assoluta necessità di una dose di coraggio.

Il 4-2-3-1, viste le caratteristiche degli uomini chiave di questa Fiorentina, può essere la scelta tattica migliore. Caceres (quando rientrerà dall’infortunio), può giocare in qualsiasi ruolo della difesa, e quindi anche da terzino sinistro. Pezzella, Milenkovic e Lirola (al rientro dall’infortunio) a completare il reparto. La mediana sarebbe invece composta da Badelj, affiancato però da Pulgar, che acquisirebbe così nuovi e maggiori compiti in fase d’impostazione del gioco, estremamente limitati nel ruolo di mezz’ala. Castrovilli ricoprirebbe il ruolo di trequartista, sicuramente adatto alle sue enormi qualità tecniche, e viste anche le sue ottime qualità nel tiro, tale posizione potrebbe renderlo anche un giocatore da “doppia cifra” in futuro. Le ali sarebbero ovviamente Chiesa e Ribery, con quest’ ultimo che ha ormai ampiamente dimostrato di avere ancora il fiato e la resistenza per ricoprire tale ruolo. Infine, il centravanti, con lo spazio per inserire finalmente uno fra Vlahovic e Pedro (quando raggiungerà il livello massimo di condizione fisica).

Questa scelta tattica alzerebbe esponenzialmente il baricentro gigliato, e con due uomini in cabina di regia migliorerebbe l’imprevedibilità della squadra, anche e soprattutto nelle sfide con avversari chiusi a chioccia. La presenza di un attaccante di peso gioverebbe enormemente anche a Chiesa e Ribery: aumenterebbe conseguentemente infatti il loro spazio a disposizione.

 

Photo by Andrea Martini, Paolo Giuliani.