Convincersi che non sia successo niente di irrimediabile. Essere consci che la storia della Fiorentina, i suoi periodi più importanti, si sono costruiti e si costruiranno sempre attraverso momenti di così potente frustrazione e da questa certezza vivere le prossime due partite come due opportunità.
Prima opportunità: dimenticare in fretta, il più in fretta possibile i novanta minuti con la Lazio, sicuramente il finale, e proiettarsi verso un obiettivo possibile quanto determinante: sei punti contro Parma e Sassuolo. Il campo conta davvero è li che questa squadra, ambiziosa, unita ma anche incerta, impegnata in un processo di maturazione importante, potrà trovare motivazioni e riposte.
Contro la Lazio Montella ripropone per settima volta consecutiva la formazione che fino a questo momento gli ha garantito maggiori certezze: certo, addio effetto sorpresa, le squadre di un campionato tattico come la Serie A iniziano a prendere le misure ma è vero anche che se la partita fosse stata decisa non da un episodio ma da una complessiva inferiorità organizzativa della Fiorentina, si sarebbe subito gridato all’eccesso di zelo. Insomma, in caso di sconfitta il processo a Montella era comunque garantito! Il tecnico viola probabilmente ha pensato di giocare maggiormente sui cambi nel corso della ripresa, optando per qualche nuova soluzione tattica in corsa, un piano che non si è potuto concretizzare anche per cause di forza maggiore. Nel primo tempo l’infortunio di Caceres rappresenta la prima linea spartiacque, Montella rimane spiazzato e comprensibilmente decide di non rivoluzionare la retroguardia, inserendo Ranieri.
Nel corso del secondo tempo le proporzioni cambiando, la Fiorentina che con il di Chiesa ha ritrovato subito serenità e idee appare meno sciolta, più contratta, sente che la Lazio è una squadra che si conosce di più e che quindi potrebbe fare della sua esperienza un’arma letale. E così la paura finisce col mangiarsi le idee e il coraggio di Montella che opta per una soluzione conservativa, rinunciando anche ad un cambio che pareva necessario fin dalla prima frazione ossia quello di Badelj. Spento, lentissimo, prevedibile e soprattutto impreciso, la prestazione di Milan Badelj ha maledettamente inciso sul rendimento di una squadra che nei momenti di maggior affanno deve poter contare su un giocatore di ordine e geometrie.
E invece niente da fare. Ancora una volta niente. A certi ritmi Milan Badelj non riesce ancora ad imporsi. La Lazio fresca di trasferta a Glasgow alla distanza riesce a tenere il campo meglio della Fiorentina, a macinare più terreno e trovare più soluzioni. Una considerazione inattaccabile, un dato che dovrebbe preoccupare e sul quale lo staff tecnico di Montella dovrà mettersi a lavoro fin da subito.
Le scorie della sconfitta contro la Lazio non si limitano al risultato, certo. Gli infortuni di Lirola (ancora non brillante ma che contro il Sassuolo poteva essere una preziosa “testa di ponte”) e di Caceres (colonna portante di una difesa che sicuramente risentirà della sua assenza) e la squalifica di Franck Ribery e Ranieri sono tegole difficili da sistemare nell’economia del gioco della Fiorentina. Ma eccola qua, la seconda opportunità. Il momento in cui questa squadra, questo allenatore e questo progetto possono dimostrare alle avversarie e alla sua straordinaria tifoseria, di essere in grado di rispondere con orgoglio, metodo e razionalità all’imponderabile. Si invocavano cambiamenti tattici? Sarà una rivoluzione! Si chiedeva ai più giovani una prova di maturità? A Reggio Emilia non ci saranno appelli!
L’episodio legato al goal del raddoppio della Lazio è facilmente commentabile. Il fallo su Riccardo Sottil è netto. Appellarsi alla superiorità fisica del giocatore biancoceleste che va a contrasto e recupera palla è una barzelletta. La direzione di gara dell’arbitro Guida è stata problematica per tutto il corso della ripresa ma la Fiorentina deve sapere che più vorrà alzare la testa, più vorrà essere ambiziosa e più saranno le difficoltà che troverà sulla sua strada. La partita contro la Lazio è stata un brutto temporale ma nei prossimi 180 minuti potremo trasformarlo in una lezione! Proviamoci!