L’immagine emblematica di quella Domenica di 10 anni fa è la corsa dei giocatori viola verso Sebastian Frey che sotto la Ferrovia sembrava pronto a spiccare ancora il volo: sicuramente in quel pomeriggio di Febbraio, quello ad essersi divertito di più è lui. Eppure dopo appena 18 minuti per la Fiorentina la partita sembra essere in discesa: i biancocelesti rimangono in 10 uomini per l’ingenua espulsione di Lorenzo De Silvestri.
La Fiorentina di Prandelli ha molte doti, è un grande gruppo, ha un centravanti rapace, un numero 10 che è un fuoriclasse, un portiere monumentale… ma non è furba. E quel pomeriggio non riesce neppure ad essere organizzata, una caratteristica che la squadra ha invece sempre palesato: la Lazio arriva da tutte le parti, anzi dopo l’espulsione i biancocelesti sembrano addirittura di più. Zarate e Pandev vengono rimbalzati senza pietà nonostante arrivino spesso praticamente a tu per tu con il numero uno viola che tra i pali, in uscita o in presa alta non fa prigionieri.
Dall’altra parte Muslera potrebbe mettersi praticamente seduto. Montolivo non riesce a servire praticamente nemmeno un pallone giocabile, Mutu vivacchia, la difesa è sempre più nervosa. Prandelli si accorge di tutto e fa le giuste considerazioni: sostituisce Dainelli ormai ammonito, accentra Zauri al fianco di Gamberini e insiste sui due fantasmi della giornata, Gilardino e Mutu: con due così non si sa ma… alla fine avrà ragione lui.
Nella ripresa la Fiorentina è leggermente meno timida, Comotto sbaglia da pochi passi la rete del vantaggio viola ma la galoppata in contropiede di Maurito Zarate gela il Franchi: silenziosa, sgusciante, impossibile da fermare. La difesa in ripiegamento, Frey davanti, l’argentino decide di non sfidare la fortuna e di piatto piazza la conclusione: Frey rimane in piedi fino all’ultimo momento, quello giusto, allunga il piede e il pallone carambola prima sul palo e poi in corner. Ormai è un duello aperto tra i due: ancora Zarate con il destro, ancora Frey, ancora Zarate di testa, non il suo colpo migliore, pallone alto di poco.
Ed è qui che la Lazio commette un errore. Inizia a pensare a quanto quel pareggio per 0-0 sia ingiusto. Piange sui 2 punti sprecati proprio mentre Mutu e Gilardino si risvegliano la lungo torpore. Basta un attimo: il primo lancio pulito di Montolivo finisce tra i piedi di Mutu che tira, Muslera risponde incerto e si prende il morso velenoso di Gilardino che all’89’è nel posto giusto al momento giusto. Colpo grosso, quello che si acchiappa un attimo prima del sipario: quello che serve alla Fiorentina di Montella, giunta forse alla sua prima vera e propria “partita spartiacque”
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