Col pareggio del Rigamonti, la squadra di Montella ottiene il sesto risultato utile consecutivo, interrompendo però a tre la striscia di vittorie consecutive. Un risultato, quello ottenuto lunedì col Brescia di Corini, da non scartare assolutamente, contro una formazione dinamica ed in buona salute, ma che ha lasciato al popolo Viola sicuramente un po’ di amaro in bocca.

Partiamo dalle note positive: la difesa. Il trio di centrali (Milenkovic, Pezzella e Caceres) funziona a memoria, ed è risultato nuovamente pressoché perfetto: Caceres ha portato al reparto la giusta leadership ed esperienza, Milenkovic ha trovato finalmente la tanto agognata continuità di prestazioni, e Pezzella sembra rinato nel nuovo ruolo di libero. Tutto perfetto quindi, se non quella leggerezza iniziale sul gol (giustamente annullato) ad Aye: Milenkovic va infatti in contrasto troppo “debolmente”, mentre Pezzella risultava fuori posizione.

Se quindi dalla prova bresciana si può estrapolare una grande prestazione del pacchetto arretrato, ciò non si può assolutamente affermare degli altri due reparti.

Partiamo dalle fasce. Lirola e Dalbert, inutile nascondersi, hanno deluso: se in fase difensiva sono riusciti, nel complesso, a svolgere il loro compito egregiamente, il loro apporto offensivo risulta sempre più deficitario. Poche idee, poche incursioni in area e pochi inserimenti degni di nota. Il modulo scelto da mister Montella attribuisce un compito cruciale ai due esterni di centrocampo, una funzione di primaria importanza: la loro spinta è essenziale per i meccanismi del 3-5-2, soprattutto per non dare quel senso di prevedibilità fortemente evidenziato al Rigamonti. Lirola ha necessità immediata di ritrovare quella forma e quelle qualità in fase di “ultimo passaggio” tanto esaltate nella scorsa stagione, ed esplicitate solo a Milano con la maglia gigliata. Meglio invece Dalbert, vero e proprio treno instancabile sulla fascia sinistra, ma risultato spesso troppo impreciso nei momenti cruciali, vedi l’assist totalmente sbagliato per Chiesa nella prima frazione di gioco col Brescia.

In mediana la situazione sembra chiara: la Viola è estremamente dipendente da Pulgar. Non fraintendiamoci: Castrovilli è, fino ad ora, il miglior giocatore Viola a livello di prestazioni. Ciò però non è sufficiente perché le idee Viola, se provenienti solo e soltanto dal giovane centrocampista Viola, risultano prevedibili e arginabili dall’avversario. Ed ecco che, senza il guizzo offensivo di Pulgar, la Viola perde metà delle idee della mediana. Badelj infatti continua a svolgere il suo compito di diga fra il reparto difensivo e la mediana, risultando essenziale per gli equilibri della formazione gigliata: il suo apporto in fase d’impostazione però risulta sempre più ridimensionato.

La fase offensiva soffre, anche perché dà l’idea di essere unicamente vincolata dall’inventiva individuale di Castrovilli, Chiesa o Ribery: sicuramente troppo poco. E quando uno dei tre diamanti gigliati non trova il colpo di genio, difficilmente il gol arriva. Analizzando i gol della Fiorentina dalla scelta di Montella di puntare sul 3-5-2 infatti, vediamo che i gol nascono quasi unicamente da un colpo di genio di uno dei tre fuoriclasse, oppure da palla inattiva.

Un cambio sembra quindi inevitabile. L’inserimento di un centravanti sembra essenziale, proprio per aumentare le armi a disposizione della squadra per far male all’avversario: il rischio di risultare prevedibili è ormai una paura tangibile.

Pedro è ormai ad un passo dal raggiungimento della perfetta condizione fisica, ed è quindi giusto dargli il prima possibile una chance. Il problema è però trovare lo spazio giusto per inserire il centravanti brasiliano, senza perdere gli equilibri creatosi in queste settimane.

L’ipotesi più rischiosa, seppur suggestiva ed estremamente interessante, risulta essere una: Chiesa esterno a destra e Lirola fuori dall’XI titolare. Una scelta non semplice da prendere, proprio perché limiterebbe gli spazi offensivi a disposizione di Chiesa, e che porterebbe la formazione Viola, viste le scarse capacità di Chiesa nella fase difensiva, ad un possibile sbilanciamento. Un rischio che però vale la pena correre: il pacchetto arretrato ha ormai trovato la giusta quadratura, e un giocatore con la classe e la velocità di Chiesa sulla fascia non potrebbe che mettere in estrema difficoltà le difese avversarie, aumentando così esponenzialmente le possibilità offensive della squadra di mister Montella.

 

Photo by Andrea Martini, Paolo Giuliani.