Dopo le prime uscite, con diversi tentativi di formazione, sia a livello di uomini che a livello di moduli, Montella ha trovato nel 3-5-2 il giusto mix di compattezza ed imprevedibilità, e dalla sfida contro la Juventus in poi, per ben quattro partite consecutive, non lo ha più abbandonato.

Una scelta sicuramente saggia, proprio perché questa rosa necessita, prima di ogni altra cosa, di stabilità e di equilibrio: la squadra è infatti piuttosto giovane (sono ben cinque i classe ’97 presenti nella formazione titolare), e soprattutto è “nuova” nella sua composizione ( 8/11 della formazione iniziale infatti non vestiva la maglia Viola nella stagione precedente).

Con questi presupposti, ricercare gli equilibri giusti non può che essere il compito principale per Montella, almeno nelle prime uscite. Equilibrio trovato, dopo diversi tentativi, nel 3-5-2: un modulo equilibrato, capace di regalare estrema solidità al pacchetto arretrato, di attribuire una presenza numerica importante a metà campo e che, con la presenza di fantasisti in attacco, dona imprevedibilità in fase offensiva.

La difesa a tre ha dato, senza alcun’ombra di dubbio, maggior sicurezza e solidità alla difesa: Pezzella è perfettamente a suo agio nel ruolo di libero, Caceres dispensa leadership ed esperienza, mentre Milenkovic svolge quasi con facilità il compito in marcatura (il suo preferito), e l’esperienza da terzino dello scorso anno lo ha anche migliorato nei compiti d’impostazione (vedi il secondo gol Viola contro il Milan).

Ecco perché, almeno per il momento, sembra impossibile distruggere tale assetto tattico. Montella ha infatti come obiettivo principale quello di trovare nuovi ed inediti spazi per l’inserimento nell’XI iniziale del tanto richiesto centravanti, ma ciò non potrà avvenire tramite dall’esclusione di uno dei tre uomini del pacchetto arretrato.

Stesso discorso per il trio in mediana. Se il simile ruolo di Pulgar e Badelj destava, almeno inizialmente, qualche preoccupazione, il tutto è stato ormai ampiamente superato: Pulgar sta facendo sempre più suo il ruolo di mezz’ala, Badelj è tornato invece ad essere il metronomo tanto agognato nella scorsa stagione, mentre Castrovilli risulta oramai semplicemente insostituibile.

E quindi, come fare? La scelta di Montella non sarà sicuramente semplice, ma partiamo da una certezza: l’inserimento di Pedro arriverà in modo estremamente graduale. Quando il suo recupero di condizione sarà ultimato, l’attaccante brasiliano partirà sicuramente dalla panchina: Montella gli regalerà solo qualche spezzone di partita. In questo modo, il 3-5-2 sarà confermato, e Pedro subentrerà al posto di uno fra Chiesa e Ribery.

Se Pedro però, successivamente, dimostrerà di valere un ruolo da titolare, Montella dovrà assumere una scelta sicuramente non banale. Attualmente, le ipotesi più convincenti sono due:

1. Ritorno alla difesa a quattro, con Caceres terzino sinistro (compito già svolto nella sua carriera) e conseguenze esclusione di Dalbert. Ciò permetterebbe il tanto sognato tridente: ma attenzione, trovare nuovamente gli equilibri non sarà semplice.
2. Mantenimento del 3-5-2, ma con Chiesa esterno di centrocampo. Scelta complicata, proprio perché Chiesa non ha spiccate capacità difensive, e il suo raggio d’azione offensivo verrebbe enormemente ridotto: ciò comporterebbe l’eliminazione, in buona parte, dell’imprevedibilità che la Viola ha esplicitato nelle ultime uscite.

 

 

Foto by Andrea Martini, Paolo Giuliani