Un sortilegio per dirsi rotto ha bisogno di una conferma. La fondamentale prova del nove che sancisce la fine del periodo più nero. Jurgen Klopp ha raccontato che il momento più bello vissuto dopo la conquista della prima Champions League fu sicuramente la mattina dopo la finale contro il Tottenham, quando svegliandosi nel letto della sua camera, capì che tutto quello che fino a quel momento aveva soltanto sognato, era assolutamente vero.
La vittoria contro la Sampdoria, meritata, messa in ghiaccio e poi sudata fino all 94′ minuto, è soltanto un piccolo passo per una squadra che deve necessariamente cambiare le proprie prospettive e ambizioni dopo tre anni da dimenticare, ma è senz’altro il passo più difficile: il primo.
Vincenzo Montella la paura negli della squadra l’ha vista per mesi e probabilmente di quella paura si è sentito, anche giustamente, responsabile: dopo due esoneri difficili e una serie infernale di partite dalle statistiche allucinanti, la mente non può che iniziare ad intraprendere strani percorsi. La paura di Montella era probabilmente seduta in panchina mercoledì sera e molti al Franchi se ne sono accorti: ha dovuto scacciare i pensieri più neri Vincenzo prima di operare il primo cambio e nonostante le parole in conferenza stampa, non possiamo non pensare che i fantasmi di Parma non lo abbiamo aggredito quando con Ribery in panchina la Fiorentina ha subito il goal di Bonazzoli.
Commisso fin dal primo giorno ha voluto mandare un messaggio piuttosto concreto a Firenze per la quale ha auspicato un grande futuro costruibile solo recuperando la vera essenza del calcio: un futuro dove il gioco, l’entusiasmo e la programmazione potessero raccontare l’anima di un progetto dove squadra e città tornassero ad essere una cosa sola.
La Fiorentina, escludendo la gara di Genova, ha dimostrato di voler portare avanti un progetto tecnico – tattico fortemente identitario, un cammino magari difficile e fatto di scelte coraggiose che forse non danno risultati immediati ma capaci di indicare la via per andare lontano. Per quanto riguarda l’entusiasmo, vedi la voce abbonati e soprattutto la gioia negli occhi di chi va allo stadio. Firenze ha ritrovato unione ed equilibrio, due condizioni che potrebbero rendere questa squadra mentalmente veramente invincibile in una città come questa. Il capitolo programmazione rischia di essere il più complesso, nonostante la linea di grande trasparenza scelta dalla proprietà viola può essere realmente la chiave di volta della questione stadio. Il futuro della Fiorentina e degli investimenti legati al progetto sportivo di Commisso in Italia non può prescindere dalla costruzione del nuovo impianto, senza se e senza ma. Trovare un’adeguata soluzione mentre praticamente tutti in Italia si stanno muovendo a velocità quadruple rispetto a quella di Firenze è un dovere.
Dicevamo… il calcio! Per giocare veramente bene a calcio a questa Fiorentina una cosa mancava. Il divertimento. Il gusto di fare ciò che si ama per la gente che ci ama. La palla che brucia, le gambe che tremano, il fiato che si rompe… per mesi infiniti il calcio al Franchi è stato questo. L’incapacità di trovare una soluzione e la certezza di deludere sé stessi e qualcuno. Il post Instagram di Montella è infatti un grido, una liberazione, un abbraccio a tutti i tifosi che fino al rinvio di Audero hanno sostenuto la squadra e al triplice fischio hanno abbracciato il vicino di posto come a dirsi “E’ finita, adesso possiamo andare avanti”.
“Ed ora divertiamoci Fiorentina“, scrive il tecnico gigliato, seguito dal Capitano German Pezzella che si conferma capacissimo nel trovare sempre le parole giuste: “Famiglia Viola, andiamo avanti con unione e umiltà 💪🏻💪🏻💪🏻”
Che fosse forte, fortissimo lo abbiamo sempre saputo. I tifosi accorsi alla sua presentazione, i cori e i sorrisi al suo arrivo all’aeroporto di Peretola il giorno del suo arrivo, ne sono la pura testimonianza: Firenze credeva assolutamente che il potenziale di Franck Ribery non avesse niente a che vedere con la sua età anagrafica. Adesso però, alzi la mano chi non si è guardato attorno stupefatto quando il numero 7 viola ha impartito quella che in italiano ha solo una definizione: lezione di calcio.Le fasi di possesso, non possesso e trasmissione di palla secondo Ribery hanno una costante: devono essere perfette. Finte, controfinte, recuperi, incursioni, passaggi, cross, tagli. Al primo uno contro uno a cui la difesa della Samp è riuscita ad opporsi raddoppiandolo è seguito il cambio. Praticamente Ribery sbaglia solo quando è molto stanco. “Prima vittoria. 🙌🏼 Questa è la direzione giusta. Abbiamo combattuto duramente per i nostri primi tre punti davanti ai nostri meravigliosi tifosi. 💜 Ora seguiamo quest’onda positiva vincente.”
Certo, rinunciare a divertirsi con un numero 7 del genere sarebbe proprio uno spreco….