Dopo qualche prestazione sottotono, soprattutto nella fase conclusiva della scorsa stagione, Milenkovic è pronto a concludere il definitivo processo di maturazione, quello che dovrà necessariamente portarlo ad essere l’uomo chiave del reparto difensivo gigliato.
La scorsa stagione, per Milenkovic, non è stata assolutamente semplice, soprattutto per il nuovo ruolo di terzino affidatogli da Pioli: Milenkovic è un difensore centrale tipico, forte fisicamente e dotato di qualità tecniche assolutamente nella norma, e di conseguenza non adatte per lo svolgimento della fase offensiva. Un ruolo che lo ha messo in difficoltà anche nella fase difensive, proprio perché, essendo di natura un centrale, non possiede la velocità e la conoscenza tattica adatta per controllare al meglio gli esterni avversari. Un cambiamento tattico che lo ha però cresciuto, migliorato, e soprattutto completato ulteriormente: permettendogli così di acquisire conoscenze e qualità atipiche per un centrale difensivo.
Con Montella e Pradè però, il progetto è stato sin da subito chiaro: Milenkovic deve essere il centrale difensivo titolare e a destra serve un nuovo terzino, assolutamente non adattato a tale ruolo. Ecco così spiegato l’addio di Hugo, e l’arrivo di Lirola dal Sassuolo. La coppia Montella-Pradè conosce perfettamente le qualità del difensore serbo, e già dai primi colloqui è stato chiaro che lui avrebbe dovuto rappresentare uno dei punti di forza della nuova Fiorentina, un punto cardine da cui ripartire per costruirci attorno una rosa di livello.
Così infatti è stato, e come con Chiesa, la società di Viale Fanti ha fatto muro a qualsiasi proposta di trasferimento, Manchester United su tutti: : il difensore serbo rappresenta infatti uno dei talenti più cristallini del progetto gigliato, grazie ad una leadership già ampiamente dimostrata nella scorsa stagione, e a qualità difensive e mentali straordinarie che lo rendono uno dei difensori più promettenti del panorama calcistico europeo.
Milenkovic, contro la Juventus, ha ripagato la fiducia, annullando quasi completamente Ronaldo nell’arco di tutta la sfida. Una prestazione maiuscola del serbo e dell’intero reparto collettivo. Una prestazione che poggia le sue fondamenta su una scelta tattica di Montella evidentemente azzeccatissima: la difesa a 3. La disposizione tattica con tre centrali difensivi mette infatti il serbo perfettamente a suo agio, per due motivi principali: il primo perché gli permette di svolgere quasi unicamente il suo compito “preferito”, ossia la marcatura a uomo, il secondo perché, dopo l’esperienza dello scorso anno, riesce a districarsi con cura anche sulla fascia, una qualità assolutamente rara per un difensore centrale.
Milenkovic è pronto ad essere protagonista, dopo una stagione in chiaroscuro. Le qualità sono evidenti, e lo rendono uno dei prospetti maggiormente interessanti a livello europeo: Milenkovic c’è, ed ha una voglia matta di diventare un grande campione.