Con un comunicato ufficiale la Fiorentina ha annunciato il nome del nuovo main sponsor della stagione 2019/20: come si sospettava già da qualche giorno sarà il logo del colosso delle telecomunicazioni “Mediacom” ad apparire sulle maglie da gioco della Fiorentina. Il comunicato specifica come il Presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, intenda effettuare un ulteriore investimento, rafforzando così il legame che unisce la Fiorentina all’azienda americana. Assolutamente interessante la nota finale in cui il Club afferma che questa decisione ha come principale obiettivo quello di “riportare la squadra ai livelli che la città merita” e che questo accordo “garantirà un aiuto importante per il Club per riuscire a competere in questo mondo del calcio, nel quale le regole sono molto stringenti.”
Un mondo con regole stringenti. Appunto: ci siamo dentro ed è impossibile pensare che tutto cambierà da un giorno all’altro. Sicuramente la dimensione del calcio italiano appare sempre più scollata e anacronistica rispetto ad altre realtà dove, per esempio, la ripartizione dei diritti televisivi è diametralmente opposta a quella del Campionato di Serie A (vedi la Premier League).
Riguardo la questione main sponsor, negli anni passati, spesso la Fiorentina ha optato per una politica senz’altro nobile ma che comportava ingenti rinunce di carattere economico: nel 2010 la società gigliata scelse di sostenere Every One, la più grande campagna mai lanciata da Save the Children. Per la prima volta un Club di massima serie sceglieva di affiancare un’organizzazione umanitaria, una partnership che sposava una causa importantissima ma che ovviamente ha comportato importanti apporti economici ridimensionati rispetti ad altri Club che come la Fiorentina lottavano per l’Europa.
La Fiorentina di Rocco Commisso pur riconoscendo le falle di una sistema che è tutto fuorché equilibrato, dopo alcune dichiarazioni decisamente forti non vuole certo esporsi in modo incauto facendo “la guerra” ad alte sfere del calcio italiano quindi ha optato in primo luogo ad alzare il fatturato, andando ad incrementare la voce relativa alle sponsorizzazioni. Una scelta che magari potrebbe attirare nel breve periodo altri sponsor!
Inizia quindi in questo Agosto 2019 l’avventura di Mediacom nel mondo “viola”… e la storia di Mediacom dove affonda le sue radici? Ovviamente come le migliori idee made in USA. La leggenda vuole infatti che la start up sia nata proprio nel suo garage! Nel 1995 Rocco Commisso ha grande esperienza come top manager, CFO e dirigente esecutivo… il ruolo di imprenditore lo chiama soprattutto grazie alle sue continue intuizioni.
In un primo momento Mediacom Communications acquisisce i sistemi via cavo nelle comunità americane demograficamente più piccole finché nel 2000 il gruppo può contare su un core-business così affermato da attirare grandi investimenti. La società viene così quotata a Wall Street e si lancia alla conquista del Midwest e del Sudest, un’espansione che non incontra grossi inciampi e che porta il gruppo, di cui Commisso detiene l’87% delle quote, tra l’ottavo e il quinto posto fra gli operatori via cavo negli Stati Uniti.
Tra le sue proprietà non vi è solo Mediacom. La classifica redatta annualmente da FORBES stima il suo patrimonio in circa 4,5 miliardi di dollari. Piuttosto importanti anche i numeri delle sue aziende considerati i 4.600 dipendenti in 22 Stati.
In molti in queste ore hanno sottolineato come la scelta del Presidente Commisso sia da lodare anche da un punto di vista identitario poiché va a ribadire l’ impegno e il coinvolgimento concreto ed entusiasta della proprietà in un progetto: Rocco Commisso attraverso questa scelta investono ancora una volta su Firenze coinvolgendo direttamente quello he non è soltanto un colosso economico ma la carta d’identità di Commisso. La famiglia Della Valle non ha mai optato per scelte similari, decidendo di tener sempre separate la Tod’s e le aziende satellite che storicamente si legano al loro nome con la Fiorentina. Una scelta che probabilmente sarà stata dettata da vincoli ben precisi (che è assolutamente comprensibile non siano stati comunicati!) ma che nel corso degli anni si è andata a sommare a quella distanza fredda e invalicabile tra la proprietà del Club e la città.