La partita amichevole contro il Livorno disputata Sabato sera e vinta 0-1 dagli uomini di Montella ha palesato nuovamente quelli che sono i limiti di una Fiorentina che sta innegabilmente lavorando ma che pare avere poco materiale su cui farlo.
Tanto per cominciare dal punto di vista numerico… la Fiorentina è di fatto una squadra praticamente senza centrocampo, dove in molti sono costretti ad adattarsi o addirittura chiamati all’esordio. Impensabile affrontare il Napoli tra 20 giorni con queste premesse. La perla di Sottil ribadisce come il fuoco del giovane talento bruci nelle vene di questa squadra che nel proprio DNA avrà sicuramente la voglia di esaltare le raffinate doti tecniche di alcuni dei suoi giocatori più promettenti ma le lunghe pause che la squadra si è presa nel corso della prima frazione sono rischi che potrebbero costare carissimo nella parte iniziale di stagione che vede la Fiorentina impegnata in scontri piuttosto complicati (utilizzare la parola “proibitivi” è piuttosto forte ma non sarebbe stato così fuori luogo…)
Le parole di Montella, Commisso, Barone e Antognoni continuano ad affermare all’unisono che la squadra sarà pronta quando conterà esserlo, l’assenza di Daniele Pradè dagli impegni pubblici ribadisce come lo staff di mercato sia costantemente a lavoro su più fronti per assicurare al tecnico viola una rosa il più competitiva possibile. Insomma, non è soltanto ottimistico ma legittimo pensare che in brevissimo tempo si concretizzeranno colpi importanti…
Però guardando al presente, alla concretezza che in uno sport come il calcio è pericolosissimo non avere… c’è da fare qualcosa di immediato! E così l’annuncio di quello che alcuni media nazionali volevano far passare come “clamoroso ritorno” non ci è sembrato così assurdo. Nessun clamore per una notizia che fino a qualche mese fa era assolutamente impensabile ma che alla luce delle dinamiche di questo calciomercato, assume contorni assolutamente poco sorprendenti.
Milan Badelj in tarda mattinata ha lasciato il ritiro della Lazio. Si torna a casa. Ma casa non Roma ovviamente, una città che lo ha accolto molto bene, che ha visto in lui un ottimo affare ma che in quel reparto non ha occhi che per la sua star, Sergej Milinkovic-Savic. Il resto sia emotivamente che tatticamente è mero contorno. Una Coppa Italia al primo anno in maglia biancoceleste, un goal e mai una convocazione in Nazionale saltata. La carriera di Badelj in questa stagione non ha assolutamente subito un arresto, un passo indietro. Forse però quel che è cambiata è stata la percezione che il giocatore ha avuto di sé stesso, del peso del suo ruolo in campo. Della centralità del proprio valore.
E così mentre la Fiorentina andava avanti con le sue valutazioni tecnico tattiche, probabilmente Badelj avrà ripensato alla sua storia preferita, quella che lo aveva visto protagonista, che aveva contribuito a portarlo a giocarsi la finale di un Mondiale e che no, non era finita per niente bene…
Le caratteristiche tecniche di Badelj a Firenze sono cosa nota considerate le quattro stagioni in maglia viola: è un centrocampista d’ordine, un regista. Nei primi mesi in Italia registrò qualche problemino di adattamento ai ritmi di un calcio che non riconosceva come “casa sua”, imbarazzi poi brillantemente superati anche grazie ad un’ottima guida: David Pizzarro.
Giocatore di buona personalità, discreta tecnica, affidabile in interdizione, capace di dare ottime geometrie alla squadra e di mantenere un rendimento costante: dinamico ma non rapido, soffre decisamente i ritmi alti, la velocità e la fisicità dei diretti avversari.
In una Fiorentina rivoluzionata a centrocampo Badelj rappresenta una guida sicura: infatti se, oltre a Zukorwski, i nuovi centrocampisti gigliati arriveranno da svariati campionati europei, avere un perno sicuro su cui far girare il resto del reparto, è una necessità.
Nell’animo del tifoso viola, probabilmente il “neo” che più disturba è la decisione presa da Milan Badelj lo scorso campionato quando di fatto ha abbandonato Firenze a parametro zero. Uno strappo che stride ancor di più oggi che la Fiorentina paga per rientrare in possesso del suo cartellino.Il croato è il giocatore che per primo ereditò la fascia di capitano di Davide Astori, colui che si fece portavoce dei compagni e commosse un pubblico infinito di persone che come lui piangevano la scomparsa di un compagno, di un figlio, di un amico. Di ragazzo per bene che nelle vite di molti, e tra quei molti i suoi compagni di squadra, rappresentava “la luce”.
L’onda emotiva che seguì il 4 Marzo 2018 spostò ovviamente l’attenzione dei media su altri aspetti del gruppo viola e così il suo continuo procrastinare nell’accettare l’offerta di rinnovo della Fiorentina passò di fatto in secondo piano: no, Badelj non tornerà Capitano di questa squadra ma quello che gli si chiede è altrettanto importante. Montella pretenderà da lui personalità e grande senso di responsabilità, lo conosce bene così come conosceva bene Pizzarro nel 2012. La Fiorentina ha bisogno di ritrovare in se stessa “una nuova luce” e può farlo soltanto attraverso il gioco: a uomini come Milan Badelj è affidato il compito di prendere per mano i compagni per creare qualcosa di bellissimo.