Era il 1978. Il grande Mario Mazzoni, che ci ha lasciato pochi giorni fa, fu chiamato a sostituire Carletto Mazzone, per salvare una Fiorentina che stava precipitando. Fu però il suo cuore viola a frenarlo. Non poteva reggere lo stress di una situazione così delicata, così la scelta ricadde su un’altra grande bandiera viola, Beppe Chiappella. La situazione in classifica non migliorò. A 5 giornate dalla fine la Fiorentina giocò una sorta di spareggio salvezza all’Olimpico contro la Lazio: un goal di Giordano a una manciata di minuti dalla fine, sembrò affondare definitivamente le speranze viola.
Erano gli anni della vittoria da 2 punti e la classifica così recitava: Verona 23, Lazio e Genoa 22, Bologna e Foggia 21, Fiorentina 19 e Pescara 14. Il calendario proponeva due partite quasi proibitive, una a Napoli contro i biancocelesti e una al Comunale contro il Torino, poi la trasferta contro il quasi retrocesso Pescara e l’ultima a Firenze contro il Genoa.
I gigliati riuscirono a strappare un prezioso 0-0 a Napoli, quindi il necessario miracolo di battere il Torino (2-0). A Pescara successe di tutto: prima un ex viola, Bertarelli, portò in vantaggio il Pescara, pochi minuti dopo Desolati ristabilì la parità, sfruttando con opportunismo una difettosa uscita dell’estremo difensore abruzzese. La Fiorentina cercò con insistenza il goal vittoria, avendo la più ghiotta delle occasioni con un calcio di rigore che però Antognoni calciò sul fondo. All’ultimo affondo, un tiraccio di Galdiolo andò a carambolare su Ezio Sella. Deviazione mai fu così provvidenziale!
Prima dell’ultima giornata questa era quindi la classifica: Verona e Foggia 25, Fiorentina, Genoa e Bologna 24, Pescara 17. la Fiorentina in quel momento era salva per miglior differenza reti, ma ancora non era finita, mancavano gli ultimi 90, fondamentali, minuti. Tra i risultati di quell’ultima Domenica fu molto “chiacchierata” la vittoria del Bologna a Roma contro la Lazio ormai salva, una partita che terminò addirittura con il pubblico dell’Olimpico che inveiva contro i propri giocatori che al triplice fischio subirono addirittura un’aggressione (Manfredonia e Giordano furono salvati dal provvidenziale intervento di due celerini). Solo due anni più tardi i due calciatori saranno condannati nella clamorosa inchiesta di calcio-scommesse gettando ancor più ombre su quell’inedito finale di stagione.
Il successo del Bologna aggravava di fatto la situazione della Fiorentina e del Genoa, che però bloccate dalla paura, rimanevano ancorate sul risultato, uno 0-0 che le avrebbe condannate entrambe alla retrocessione: ma mentre a Firenze il pubblico rimaneva paralizzato dalla paura, da Milano arrivava la notizia del nuovo vantaggio dell’Inter sul Foggia. Quel goal di Scanziani a Firenze non sarà mai dimenticato poichè è proprio quella rete che consegna ai gigliati la salvezza per miglior differenza reti (-9 contro il -10 del Genoa e il -15 del Foggia, retrocessi). E per fortuna non era ancora entrata in vigore la regola che prediligeva la classifica avulsa, una variabile che avrebbe invece condannato la Fiorentina.
Sono passati 41 anni, 41 anni ed eccolo lì. Quel drammatico finale spuntare all’orizzonte, un folle intrecciarsi di destini e ricorsi storici che ci fa addirittura temere, di nuovo, che il destino di questa Fiorentina apparentemente inerme, sia in mano proprio ai nerazzurri.