La Fiorentina di Enrico Befani e Fulvio Bernardini vince il suo primo scudetto nel 1956 e nei successivi 4 anni lo accarezza più volte, classificandosi sempre al secondo posto, nel 1960/61 dopo la doppietta Coppa Italia – Coppa delle Coppe, il “Presidentissimo” viola cede il passo a Enrico Longinotti, che però non riesce a dare alla tifoseria gli attesi trionfi a cui si erano abituati. Nel 1965 Nello Baglini rileva così una società in attesa di rilancio, ma purtroppo frenata da un pesante passivo che impedisce qualsiasi ambizione nella campagna acquisti (circa 800 milioni di lire!).
Fu una scelta naturale optare per una strategia che mettesse al centro del proprio progetto i giovani: Egisto Pandolfini e Beppe Chiappella svolgono un egregio lavoro e la Fiorentina sforna a ripetizione potenziali campioni, sogno di mercato di grandi Club, ma che però non riescono a centrare i successi del recente passato.
Baglini decide così di giocare coraggiosamente, di optare per una strategia rischiosa quanto impopolare, prima licenziando Chiappella e poi cedendo 3 dei giocatori che tutti invidiano alla Fiorentina: Albertosi, Brugnera e Bertini. Questo impoverimento tecnico arriva in concomitanza con il faraonico mercato della Juventus che destina quasi due miliardi all’acquisto di Haller, Benetti e Anastasi. Non vuole essere da meno l’Inter del neo presidente Fraizzoli che esordisce a Milano portando con sé un prestigioso regalo da 400 milioni di lire: l’ormai ex gigliato Mario Bertini.
Le favorite per lo scudetto non possono essere che loro: a Firenze regna un pessimismo generale, anche perchè alle dolorose cessioni non sono succedute contropartite convincenti. In panchina siederà il “Petisso” Bruno Pesaola, arrivato da Napoli insieme al DS Carlo Montanari, entrambi pronti ad avvallare le scelte “low cost” operate fino a quel momento dalla dirigenza viola. Francesco Rizzo, pallino del presidente Baglini è in pratica l’unico colpo di mercato. Per rimpiazzare gli arti partenti verranno lanciati giovani con pochissima esperienza in serie A come Superchi (7 presenze) e Ciccio Esposito che è addirittura un esordiente.
Pesaola pone un’unica condizione: l’inamovibilità di Amarildo. Quella del brasiliano è una conferma che effettivamente arriva ma non basta per accendere l’entusiasmo di una tifoseria che di certo non poteva cullare sogni di gloria per quella stagione.
La Fiorentina comincia comunque molto bene vincendo 2-1 in rimonta all’Olimpico contro la Roma e poi con lo stesso punteggio al Comunale supera l’Atalanta. A Cagliari solo un goal di Riva nel finale nega ai viola il terzo successo consecutivo. Quindi due partite consecutive in casa: col Milan finisce 0-0, col Bologna arriva un KO clamoroso per 1-3. La prima di tante delusioni, si pensa…E invece no! Quella contro il Bologna sarà unica sconfitta!E Juventus e Inter, le grandi favorite della vigilia? Saranno presto fuori dalla lotta di vertice, lo scudetto sarà una lotta in cui duelleranno tra Cagliari, Fiorentina e Milan. Alla fine del girone di andata il Cagliari è Campione d’Inverno con un punto di vantaggio sui gigliati e sui rossoneri. Alla seconda di ritorno al Fiorentina aggancia i sardi in vetta, un balzo in avanti che arriva proprio alla vigilia dello scontro diretto che terminerà 1-1, permettendo quindi al Milan di raggiungere le avversarie. Alla sesta di ritorno la Fiorentina dopo il rotondo successo 3-0 sul Lanerossi Vicenza è prima in solitaria. E’ la fuga buona!! A due giornate dalla fine la Fiorentina ha due pinti di vantaggio sul Cagliari, ma è attesa alla temibile trasferta a Torino contro la Juventus, mentre il sardi ospitano la Sampdoria. Riva e compagni sognano l’aggancio, ma il campo darà il verdetto definitivo. Il rossoblu non vanno oltre lo 0-0, mentre la Fiorentina espugna il Comunale di Torino 0-2 con i goal di Chiarugi e Maraschi.
E’ l’11 Maggio 1969. Per tutti i fiorentini presenti a Torino la festa è di quelle infinite, in un’Italia senza cellulari e fibra internet ci si connette con il cuore a coloro che non hanno potuto seguire la squadra in trasferta. E’ un Italia che affida la sua passione per il calcio alla radio e non alle pay tv, una radio che quel pomeriggio, verificando il risultato di Cagliari, darà a tutti la notizia più bella: la Fiorentina è Campione d’Italia.
Photo by @Andrea Martini