Manca sempre meno alla sfida più attesa dai colori Viola, dalla sfida che può trasformare tutto: il giudizio sull’attuale stagione, il futuro prossimo e infine il futuro a lungo termine.
La classica partita spartiacque, ma non solo per la stagione attuale. Da giovedì dipenderanno infatti tantissimi avvenimenti futuri in casa Viola: uno su tutti il possibile addio di Corvino, molto improbabile con una Coppa in bacheca. Dalla sfida con l’Atalanta dipenderà anche il futuro del diamante Viola, Federico Chiesa: le pretendenti non mancano, con Juventus e M. City pronte ad affrontare un’importante rivoluzione in estate. Con la Coppa Italia in tasca però, e col conseguente ingresso in Europa League, le percentuali sulla sua permanenza crescerebbero a dismisura.
Il raggiungimento della finale potrebbe avere anche molti altri significati, soprattutto per quanto riguarda il clima tedioso presente in città da svariate settimane. Una grande prestazione riunirebbe finalmente le fazioni presenti all’interno del tifo (organizzato e non), donando così compattezza e unione a tutti i componenti principali della sfera calcistica fiorentina: squadra, tifosi, società. Solo così potremo tornare agli antichi splendori.
Un curioso caso di questa stagione sorride al popolo Viola. Una coincidenza difficile da prevedere, mai successa prima in Italia: ecco perché la Coppa Italia, almeno per quest’anno, è stata (ed è) una questione esclusivamente gigliata. La Viola ha infatti inseguito (e sta inseguendo) il sogno della Coppa nazionale con la Primavera, con la Prima squadra maschile e con la Prima squadra femminile. Come sappiamo, la formazione Primavera si è già aggiudicata l’ambiziosissimo trofeo, mentre le ragazze di Cincotta hanno raggiunto ieri pomeriggio l’accesso alla finalissima, in cui affronteranno proprio i rivali bianconeri. Rimane quindi ben aperta la possibilità di un “triplete” sicuramente inusuale, ma di grandissimo spessore.
Firenze adesso ha l’obbligo morale di crederci, per tornare a sognare tutti insieme. Il futuro della Fiorentina passa infatti da Bergamo, non da improbabili acquirenti qatarioti: solo l’unità renderà nuovamente grande Firenze.
Photo by Andrea Martini, Paolo Giuliani