La notizia delle dimissioni di Stefano Pioli ha scosso tutti. Nessuno poteva infatti immaginare lo scaturire di una situazione del genere, soprattutto dopo la conferma del tecnico annunciata ieri.

Una scelta che l’ormai ex allenatore Viola ha maturato ieri notte, quando la ‘tregua’ con la dirigenza sembrava ormai raggiunta.

La decisione, così inaspettata ed improvvisa, trae le sue origini dall’infelice comunicato della dirigenza Viola di ieri sera, frutto della riunione, fra i fratelli Della Valle, il presidente Mario Cognigni, il dg Pantaleo Corvino ed infine dal club manager Giancarlo Antognoni.

Dall’analisi di tale documento si evince con chiarezza l’intenzione di ‘puntare il dito’ verso Pioli e il poco impegno della squadra.

Un gesto quasi ‘vigliacco’, come a volersi ‘lavare le mani’ dai pasticci di questa stagione, cercando di attribuire ad altri le colpe e gli errori a cui anche i partecipanti alla riunione hanno in realtà compartecipato. Nel comunicato si legge infatti: “La proprietà non è assolutamente disposta ad accettare quello che sta succedendo da qualche mese a questa parte”, quasi come se gli errori provenissero soltanto da Pioli e dai giocatori, come se la squadra non fosse stata costruita da Corvino, o come se la scelta di Corvino e appunto Pioli non sia stata presa dai signori Della Valle.

Una pesante caduta di stile: un comunicato che per tempismo e per contenuto non andava assolutamente redatto. Una dichiarazione semplicemente offensiva nei confronti di Pioli, che si è sentito pesantemente preso in giro: la società lo aveva infatti confermato, e dopo solo qualche ora lo ha attaccato tramite comunicato accusandolo di non aver gestito la situazione con competenza. Il comportamento dei ‘piani alti’ non ha alcun filo logico: solo una nuova dimostranza della confusione societaria che sta colpendo Firenze e la Fiorentina.

Con Pioli è al dodicesimo divorzio dell’era Della Valle tra la società Viola e un allenatore.

La situazione da evidenziare non è però il numero di divorzi, sicuramente non elevato, bensì i modi in cui questi rapporti sono venuti a concludersi. Nessun legame lavorativo si è dissolto in maniera consensuale, solo vere e proprie battaglie: facile infatti ricordare la polemica con Sousa, col tecnico portoghese che chiedeva a gran voce qualche rinforzo, oppure Prandelli, con Mihajlovic già pronto a sostituirlo.

L’unico ad uscire a testa alta da questa situazione è Stefano Pioli. Il tecnico parmigiano ha sì sbagliato tanto, se non tutto, negli ultimi mesi di gestione, ma ha dimostrato a tutti una qualità che va al di fuori del calcio: quella di essere un UOMO vero.

 

 

Photo by Andrea Martini, Paolo Giuliani.