L’obiettivo settimo posto è definitivamente svanito. Se prima della partita di ieri c’era ancora un barlume di speranza, dopo il pareggio col Toro la sentenza sembra chiara e inappellabile: la Viola non accederà alla prossima Europa League, almeno non attraverso il campionato. Rimane infatti la possibilità della Coppa Italia, anche se da quest’anno non sarà sufficiente accedere alla finale di Coppa per conquistare il pass per la seconda Coppa più importante del continente, ma sarà necessario trionfare nell’atto finale.
Il campionato Viola quindi, anche se manca la condanna matematica, è giunto al termine: almeno dal punto di vista degli obiettivi. Alla sua conclusione reale mancano però ancora nove giornate, praticamente ¼ dell’intero campionato.
L’assenza di obiettivi porterebbe sicuramente a vedere una Fiorentina arresa, scoraggiata, senza carattere. Ecco perché è questo il momento perfetto per sperimentare, per far crescere i giovani. Ecco che un finale di campionato totalmente inutile, potrebbe assumere connotati realmente importanti ed interessanti per il futuro gigliato.
Ormai il business plan gigliato è chiaro: autofinanziamento e nessun acquisto troppo dispendioso. Nasce quindi una necessità evidente: quella di far crescere i futuri campioni all’ombra del Franchi, cercando di replicare progetti mastodontici come quelli di Ajax e Borussia Dortmund. A Firenze però, soprattutto in questa gestione tecnica, è mancato il coraggio. Oltre ai giovani che fin da inizio stagione sapevamo sarebbero stati titolari infatti, non è arrivato nessun tipo di esperimento, nessun nuovo spazio ai talenti provenienti dalla primavera. Niente è più sbagliato di investire sui giovani senza crederci fino in fondo: questo è però il cammino tracciato dalla Fiorentina in questa stagione.
Ora però gli alibi sono terminati: la Fiorentina non ha più obiettivi, e in queste nove partite rimanenti non necessiterà di esperienza, ma solo di brillantezza, di freschezza e di voglia di sorprendere. Ecco quindi che il popolo chiede in gran voce uno spazio per i due baby-talenti Viola, Montiel e Vlahovic: tanto apprezzati con la primavera, mai visti in prima squadra. La qualità c’è, a Montiel sono bastati infatti 11’ per incantare col suo talento, e conquistare lo scrosciante applauso di tutto il Franchi.
Anche i dati in primavera dei due giovani parlano chiaro: Il trequartista spagnolo, che tra 10 giorni compirà il diciannovesimo compleanno, ha realizzato 15 gol e 7 assist con la primavera Viola tra Campionato e torneo di Viareggio; 12 invece le reti realizzate dal centravanti serbo, che ha totalizzato solo 16 gettoni con la primavera gigliata.
Numeri che testimoniano valori importanti, qualità interessanti che necessitano però di palcoscenici più blasonati per la loro esplosione definitiva. Nove partite che significherebbero un passo decisamente importante per la loro crescita mentale, e che potrebbero far scoprire a Firenze due nuovi campioncini. L’opportunità non va assolutamente sprecata: se Sousa non avesse dato fiducia a Chiesa, forse ora non avremmo il gioiello Viola più prezioso…
Photo by @ Andrea Martini e Paolo Giuliani