Il tempo delle parole sembra essere finito. E’ una Fiorentina non molto social quella dopo la trasferta di tregenda di Cagliari dove una prestazione horror ha sollevato più di un dubbio sulle capacità di questa squadra di trovare una continuità ai lampi mostrati in questa prima parte del 2019.
Serve riflettere per non annegare. Serve pensare a quello che non è andato e lavorare a testa bassa per risolvere problemi che adesso sono montagne: “Trovare le parole giuste dopo una brutta sconfitta non è mai semplice e forse serve anche a poco.Serve solo lavorare più sodo perché serate come quella di ieri non ricapitino da qui in avanti…”
Questo il commento social del portiere viola Pietro Terracciano, ancora titolare al posto dell’infortunato Lafont tornato però tra i convocati.
Per Luis Muriel è una questione di orgoglio e di impegno: quello che la squadra si è presa con una tifoseria che non ha mai fatto mandare il suo sostegno. “È stata una brutta sconfitta, e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Ci dispiace per la nostra gente arrivata in massa a Cagliari, e ci dispiace per il nostro cammino. Ma non molleremo, nulla. Fino all’ultimo istante. “
L’amarezza si moltiplica se si pensa che tranne la Sampdoria, tutte le squadre in corsa per il settimo posto hanno arrestato il loro cammino: ha perso a sorpresa addirittura la Roma, fermata sul campo della SPAL, questa stagione una bestia nera per i gli uomini di Ranieri.
Perse gran parte delle speranze gigliate di raggiungere l’Europa attraverso la “porta di servizio” dei preliminari, guarda alla Coppa Italia con cattiveria e determinazione è l’unica strada per tornare grandi: il problema è che la Fiorentina non è né concreta né cattiva. La squadra di Pioli è impaurita e confusa, si aggrappa a Chiesa che non può essere gioco, idee e gol di una squadra che al netto delle pecche è molto più di questo. Pioli è un tecnico dal profilo umano gigantesco, un professionista preparato che ha idee di calcio che, condivise o meno, non si riducono certo all’ultimo mese: però così non è abbastanza. Per Bergamo e per il futuro. Soprattutto perché il futuro della Fiorentina passa proprio da lì.