Con un post su Instagram Federico Ceccherini e Marco Benassi hanno condiviso con i tifosi viola un ricordo che magari poteva essere sfuggito all’attenzione di molti, ossia un loro importante trascorso da compagni di squadra ai tempi di Livorno. Stagione 2013/2014, per il centrocampista scuola Inter l’esperienza in maglia amaranto è l’occasione di conquistare con continuità un posto da titolare in massima Serie, per Ceccherini è casa.
Livornese di nascita oltre che di fede calcistica, Federico Ceccherini rimane al Livorno fino al 2016 quando l’approdo a Crotone gli permette non solo di ritrovare il tecnico Davide Nicola ma soprattutto di avere un’altra occasione in Serie A: la prima stagione a Crotone è quella del miracolo salvezza, della gioia insperata, del capolavoro. Ceccherini è al centro della difesa dei calabresi, dopo i primi mesi difficilissimi per tutta la squadra è tra i primi a credere che restare in A non sia pura utopia. Quella tenacia è una qualità che si è saputo portare dietro anche a Firenze e che sicuramente lo ha aiutato ad entrare a far parte di un gruppo che, come lui e i suoi compagni spesso ribadiscono, non molla mai.
La tenacia è una dote che si coltiva e che ci aiuta non solo quando si è protagonisti, quando si è “i titolari”. Certo arrivare tra le grandi aspettative di tutti a volte è difficile poichè il peso di queste potrebbe addirittura piegare un giocare, ma arrivare tra lo scetticismo generale non è certo una passeggiata.
Federico Ceccherini è annunciato dalla Fiorentina un po’ a sorpresa dopo una trattativa piuttosto veloce: cessione a titolo definitivo e contratto fino al 2022. Nella schiera dei “critici a prescindere” del mercato un nome come il suo ben si presta a certi commenti banali e sciocchi, che non pensano neppure per un secondo che la Fiorentina un difensore doveva acquistarlo obbligatoriamente per questioni numeriche e che quindi l’arrivo di Ceccherini non era assolutamente lo spaventoso preambolo di una cessione eccellente in difesa. Il giocatore non si scompone, anzi ogni volta che può condivide la sua gioia per la nuova esperienza in maglia viola, una soddisfazione che finisce con l’infastidire un po’ qualche tifoso del Livorno che travisa le sue parole.
Oltre la tenacia c’è un’altra qualità che di Ceccherini conquista Pioli: la cultura del lavoro. Non sgomita, non pretende, non si lamenta. E anche quando il Bologna spinge per averlo nel mercato di Gennaio, il “no” della Fiorentina è ancora più convinto proprio perchè forte della determinazione del giocatore. Lavorare per dimostrare. Dopo qualche comparsata in campionato dove il giocatore non demerita assolutamente, gli infortuni prima di Vitor Hugo poi di Pezzella sono il banco di prova per verificare la sua crescita: Ceccherini si comporta bene, è un difensore ordinato, sa far valere che sue qualità anche contro l’attacco del Napoli, non propriamente facile da affrontare sul piano della velocità e degli anticipi. Dopo il Napoli è tutto ancora più difficile, perchè a mancare non è soltanto un ottimo giocatore, ma Pezzella, il capitano della Fiorentina, il leader della retroguardia viola. Ma Ceccherini da titolare, si comporta esattamente come quando al suo arrivo a Firenze fu guardato con un certo scetticismo, come quando Pioli lo metteva in campo in momenti non propriamente semplici, in quei finali incandescenti quando c’era da difendere il risultato: Ceccherini è un professionista e come tale mette sul campo tutta la sua serietà e il suo lavoro per il bene della squadra e per giocarsi al meglio le sue chance.
A decidere ovviamente sarà Pioli, ma al rientro di Pezzella, Ceccherini sarà molto più di una semplice alternativa a Vitor Hugo.
Photo by @AndreaMartini e @PaoloGiuliani