In una delle prime interviste rilasciate a Firenze, Luis Muriel dichiarò senza mezzi termini quanto la questione peso lo avesse danneggiato nel corso della sua carriera e soprattutto avesse determinato il suo addio alla maglia bianconera, incrinando definitivamente il rapporto già compromesso con Francesco Guidolin. Una lettera scarlatta che ha finito per condizionarlo, una frase detta secondo il colombiano con troppa leggerezza proprio da colui che avrebbe dovuto tutelare la tranquillità dello spogliatoio.

Guidolin aveva sollevato una problematica che per un atleta non è da sottovalutare ma forse lo aveva fatto con toni e modi un po’ troppo bruschi: secondo il giocatore la questione non esisteva, del resto il colombiano non ha mai avuto un fisico estremamente esile o longilineo ma piuttosto robusto e muscolarmente possente. Certo era ed è nel suo interesse mantenere un peso forma ideale soprattutto per esaltare le sue caratteristiche e la sua grande agilità, però da Lecce a Firenze la bilancia per Muriel non sembra aver fatto grossi cambiamenti.

Screzi a parte c’è da dire che con Guidolin, Muriel aveva trovato una propria dimensione tecnica che gli permetteva di eccellere sia come trequartista che come seconda punta. Nel 2014, ultimo anno di Muriel all’Udinese la famiglia Pozzo aveva addirittura rifiutato un’offerta piuttosto allettante fatta dall’Altetico Madrid che per il talento e lo spunto di Muriel aveva messo sul piatto 18 milioni di euro, ma così come era successo per l’allora giovanissimo Scuffet la trattativa si era chiusa con un niente da fatto.

Nel caso dell’attaccante, l’Udinese era convinta dei mezzi e del potenziale di crescita del giocatore e pensando che il prezzo del suo cartellino sarebbe stato destinato a crescere,  punta alla sua massima valorizzazione, mettendolo così al centro del progetto offensivo della squadra affidata proprio in quella stagione ad Andrea Stramaccioni.

Anche tra i due non sembra accendersi un gran feeling, i risultati non aiutano e a quel punto per evitare una pesante svalutazione, il Club decide di mettere Muriel sul mercato. Nel gennaio 2015 è la Sampdoria ad aggiudicarsi il cartellino del giocatore per una cifra attorno ai 12 milioni di euro: con i blucerchiati 79 presenze e 21 goal, mai particolari problemi di ambientamento, ottima l’intesa con i compagni di reparto, soprattutto con Eder. Nel 3-4-1-2 di Zenga riesce momentaneamente ad acciuffare la testa della classifica cannonieri e nella Samp di Giampaolo regala ai suoi il derby di ritorno contro il Genoa e permette alla tifoseria di festeggiare dopo 60 anni la doppietta perfetta in stagione.

Sempre nella primavera del 2017 arriva l’ultimo goal con la maglia dei doriani, succede un piccolo terremoto perchè proprio alla Dacia Arena, Muriel scarica in rete tutta l’amarezza per quelle parole di piombo più pesanti dei chili e mette tutta la sua rabbia in un’esultanza che il direttore di gara giudicherà inopportuna e punirà con l’espulsione. Insomma niente spazio per i dolci ricordi, nessun affetto verso il primo club europeo a credere in lui ma soltanto un’ arrabbiatura che a vederlo ora, sembra impossibile da dipingere sul volto luminoso e pacifico di Muriel che sorride anche nel modo di giocare.

Il Muriel che si è visto a Firenze in appena 4 partite è un giocatore dinamico e tecnico, un calciatore che in ogni tocco riesce a comunicare quanto si diverte col il pallone tra i piedi. Probabilmente negli anno ha saputo affinare colpi che a Udine aveva dimostrato di avere fin da giovanissimo: la continuità più del peso è stata il suo tallone d’Achille, del resto è il sapersi ripetere a decidere il passaggio da promettente a determinante.
Determinante, un ruolo che Muriel spera di avere vestendo la maglia della Fiorentina, un’avventura iniziata nel migliore dei modi e che il giocatore stesso si augura di proseguire il più a lungo possibile.

 

Photo by @AndreaMartini e @PaoloGiuliani