SportFiorentina ha contattato telefonicamente l’ex giocatore Viola per porgli qualche domanda. Durante l’intervista, Gianmatteo Mareggini ha esposto i suoi pareri sull’evoluzione del ruolo del portiere, oltre a esprimere un giudizio personale sul rendimento di Lafont e sulla stagione della squadra di mister Pioli in generale.

Secondo lei, come si è evoluto nell’ultimo decennio il ruolo di portiere?

“Il ruolo del portiere si è evoluto enormemente, adesso partecipa attivamente alla costruzione del gioco della squadra, prima ciò non avveniva assolutamente. Ai miei tempi era fondamentale avere una buona tecnica di base in porta, con una buona preparazione nelle uscite, nelle prese basse e nei tuffi ad esempio. Adesso non basta più, è necessaria anche una buona tecnica individuale palla al piede: buon controllo di palla, precisione nei lanci e velocità nel far ripartire l’azione. Queste qualità, ai miei tempi, non erano richieste. In Spagna sono tanti anni che cercano queste caratteristiche tecniche nell’estremo difensore, ma anche l’Italia negli ultimi anni si sta allineando a questa politica, le nuove generazioni sono infatti bravissime nell’impostazione. All’estero però sia i tifosi che gli addetti ai lavori hanno un approccio alla critica diverso rispetto al nostro. Poco tempo fa ho assistito alla sfida fra Liverpool e Manchester City, con la sfida nella sfida fra Alisson e Ederson, i due migliori portieri al mondo coi piedi. Eppure, anche loro, commettevano diversi sbagli, ma nessuno si permetteva di sgridarli, come succede invece molto spesso in Italia. La nostra è una mentalità sbagliata, alla fine il portiere è un semplice giocatore, e nell’arco di novanta minuti può sbagliare dei rilanci: l’importante è che faccia sempre la scelta giusta”.

Quest’estate alla corte di Pioli è appunto arrivato un nuovo portiere: Alban Lafont. Come giudica la prima metà di stagione dell’estremo difensore francese? Ha ampi margini di miglioramento?

“È un portiere molto giovane, deve quindi crescere sotto diversi aspetti. Questa sua crescita però, è realizzabile solo attraverso il raggiungimento di un buon livello di esperienza. Personalmente Lafont mi piace molto, è attento e coraggioso, ed ha soprattutto doti fisiche e tecniche davvero interessanti. Sicuramente ha sbagliato qualcosa in questi mesi, e sicuramente commetterà qualche altro errore anche nei prossimi, ma ciò non modificherà assolutamente il mio pensiero su di lui. L’ultima partita Viola a cui ho assistito è stata Juventus-Fiorentina, molti tifosi lo criticavano per la qualità dei suoi rilanci, ma nessuno si era accorto di quanto fosse stato enormemente sollecitato rispetto alle partite precedenti. Anche coi piedi commette qualche errore, ma le qualità sembrano davvero importanti: deve avere soltanto la fiducia della società e il tempo per crescere, non scordiamoci che ha appena compiuto 20 anni”.

Adesso facciamo un piccolo tuffo nel passato: quali sono i ricordi più belli legati ai colori Viola?

“Ho tantissimi bei ricordi del mio trascorso in maglia gigliata, abbiamo vinto due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, sono risultati incredibili di cui conserverò il ricordo per sempre. Su due piedi ti dico il ritorno da Bergamo dopo la vittoria della Coppa Italia, con lo stadio completamente pieno alle 3 di notte, oppure la Champions League, giocata da protagonisti, con sfide meravigliose contro Arsenal, Barcellona e Valencia. In quel momento eravamo una grandissima squadra”.

Torniamo al presente: lei attualmente è il preparatore dei portieri dell’U19 azzurra. In questa sua esperienza ha avuto la possibilità di conoscere approfonditamente i migliori portieri italiani dalla nuova generazione. Qual è, secondo lei, il miglior portiere italiano in questo momento?

“Secondo me, anche se ha avuto qualche infortunio di troppo, Alex Meret è attualmente il miglior portiere italiano. Ho sempre creduto in lui, anche quando era molto più giovane: ho trovato nelle sue gesta qualità rare ed eccezionali. A Napoli, senza ulteriori problemi fisici, può sicuramente consacrarsi definitivamente. Anche Donnarumma è, ovviamente, un grandissimo prospetto. Può ancora crescere sotto alcuni aspetti tecnici, ma ciò è dovuto dalla giovanissima età: le qualità sono importanti”.

Nella veste di preparatore dei portieri ha conosciuto anche Cerofolini, portiere Viola attualmente il prestito al Cosenza. Può rappresentare il futuro Viola?

“Per un ragazzo di appena 20 anni è fondamentale trovare continuità. Cerofolini, in questo momento, ha bisogno di farsi la gavetta, come ne avevano bisogno Bernardeschi e Capezzi ai tempi. Solo dopo aver completato questo percorso potremo giudicarlo realmente: intanto deve solo crescere e mostrare le sue qualità”.

Per l’Europa League è una battaglia aperta: chi, secondo lei, riuscirà a conquistare il piazzamento europeo?

“La sfida all’Europa sarà viva fino all’ultima giornata, le squadre hanno valori tecnici molto simili. La Fiorentina sta facendo un campionato in linea alla qualità della rosa. Tra Roma, Milan e Lazio ce ne sarà una che andrà in Champions, mentre per il settimo posto ci sono Atalanta, Sampdoria, Torino e ovviamente Fiorentina”.

Come valuta l’operato stagionale di Pioli?

“Pioli sta facendo un buon lavoro, la squadra lo segue e rispetta le sue direttive. Il campionato dei gigliati, almeno per adesso, è in linea alle possibilità tecniche della rosa Viola. La squadra ancora non ha l’esperienza giusta per gestire determinate situazioni, è infatti molto giovane e inesperta ad alti livelli. L’esperienza di cui parlo non si basa solo sull’età dei giocatori ma anche da quanto tempo giocano assieme. Più una squadra è compatta più è facile ottenere risultati migliori”.

Ultimissima domanda: cosa ne pensa di Muriel?

“Qualcuno al suo acquisto storceva la bocca, secondo me invece alla squadra Viola serviva proprio un giocatore con le sue caratteristiche e le sue qualità. L’inizio è stato entusiasmante, Muriel è un attaccante forte e soprattutto concreto sotto porta, un elemento che tanto è mancato alla Fiorentina nella prima parte di stagione. L’acquisto può essere utile anche per Simeone: secondo me non è un centravanti, ma una seconda punta, modificando il suo raggio d’azione potrebbe anche migliorare il suo feeling con la porta”.

 

 

 

Photo by Andrea Martini, Paolo Giuliani, Museo Fiorentina