Quando vennero pubblicate le intercettazioni che avevano come protagonista Claudio Lotito e il direttore generale Pino Iodice,l’indignazione fu più o unanime: secondo il presidente della Lazio, Carpi e Frosinone in questo calcio e soprattutto in questa Serie A erano realtà prive di valore poiché il loro bacino d’utenza era presso che inesistente. Le favole sportive lasciano il tempo che trovano se paragonate al peso dei diritti televisivi ed era questa la grande paura di Lotito che a suo dire era riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset dopo anni di guerra aperta: “Ho detto a Abodi che dobbiamo cambiare… Fra tre anni se c’abbiamo Latina, Frosinone, chi c… li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. E questi non se lo pongono il problema!”
Il caso, piuttosto imbarazzante, fu commentato con grande serenità da Lotito che ribadì la sua posizione, ossia “se il sistema cambia dobbiamo fare qualcosa”, Beretta preso piuttosto di mira nella telefonata, (secondo te in Lega di A decide Maurizio Beretta? Sai cosa decide? Zero”) stigmatizzò affermando che comunque quella era una conversazione privata e di conseguenza poteva riguardarlo fino a un certo punto. Peccato che Lotito aveva un incarico federale e che pur trattandosi della sua rispettabile opinione, rivolgersi al Presidente della Lega calcio di Serie B con frasi come “Dobbiamo cambiare qualcosa” “Se mi mandi su” è quanto meno sospetto. Fatto sta che il 10 giugno 2015 Lotito viene indagato dalla procura di Napoli per tentata estorsione poiché accusato di aver fatto pervenire ad alcune società di Lega Pro dei contributi, in cambio dell’elezione di Mario Macalli presidente.
Il discorso che riguarda le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis è ben diverso:il Patron del Napoli non viene intercettato ma rilascia delle dichiarazioni ben precise e per farlo sceglie il New York Times e un’intervista che in realtà doveva avere come protagonista non il Napoli ma il Bari, Club del quale è presidente Luigi De Laurentiis, ed esempio di come in breve tempo la nuova proprietà si sia impegnata per fare di una società così storica un vero e proprio brand capace di rilanciarsi.
Le parole di ADL sono missili e come spesso accade mirano ad un cambiamento dei regolamenti UEFA che spesso il vulcanico Presidente partenopeo ha criticato; contestato in primis la scarsa chiarezza riguardo l’applicazione del “fair play finanziario” e poi il cosiddetto “paracadute” ossia la “buonuscita” delle squadre che retrocedono in Serie B, un golosa consolazione che magari potrebbe indurre in tentazione qualche società in difficoltà. Certo le dichiarazioni contro il Frosinone sono del tutto gratuite poiché non c’è stato alcun episodio che possa far pensare alla squadra di Longo come soddisfatta della propria posizione in classifica e dei 10 punti raccolti fino a questo momento.
“Per me se finisci primo prendi 100, se finisci secondo 50 e così via, ma se arrivi ultimo devi pagare una multa. Perchè un club come il Frosinone deve giocare in Serie A e avere una fetta della pagnotta? Se non possono competere, se finiscono ultimi, dovrebbero pagare una multa. Non dovrebbero ricevere denaro per un fallimento sportivo”
Il Presidente del Frosinone, Stirpe, ha ovviamente risposto secco alla provocazione De Laurentiis attaccandolo subito sulla questione stadio, un obiettivo raggiunto dal Frosinone e non ancora dal Napoli e soprattutto ha ribaltato la questione, invocando una maggior equità riguardo questioni economiche di non poco valore: “Mi sembrano dichiarazioni di una persona che ha la sindrome di Napoleone. Nella vita serve rispetto e io non ne vedo. Lo sport deve insegnare il rispetto per gli avversari. Parole che si commentano da sole e le rispedisco al mittente. Noi mettiamo i soldi nel calcio e non li prendiamo, siamo stati capaci di realizzare uno stadio mentre altri che hanno risorse ben più importanti delle nostre non hanno regalato alla città un’infrastruttura del genere…”
La considerazione di De Laurentiis riguardo un campionato dove i club sono in grado di autofinanziarsi è giusta, ma si deve tener conto di determinati fattori ossia la ripartizione dei diritti televisivi: “Le uniche modifiche che il calcio italiano deve fare sono quelle che devono prendere come punto di riferimento il calcio inglese, tedesco o francese. Non come capita in Italia dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri”
Sui toni De Laurentiis non è giustificabile: certo siamo abituati alla suo essere estremamente diretto ma la mancanza di rispetto verso una realtà in evoluzione come quella del Frosinone è chiara. Nessuno dovrebbe permettersi, con l’attuale regolamento, di porsi una domanda come “Cosa ci fa il Frosinone in Serie A e pretendere qualcosa?”.
Sabato si torna in campo, il Napoli sarà impegnato nel big match contro il Milan a San Siro (gara che si ripeterà 3 giorni dopo per la Coppa Italia) e ovviamente la questione terrà banco ancora per un po’…Si abbasseranno i toni?
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