Una Fiorentina bellissima che per quaranta minuti incanta e purtroppo spreca: se ai viola si chiedeva di cambiare il proprio passo a livello di gioco, direi che questa è la strada giusta. Fino al 40′ le scelte di Pioli si rivelano giuste proprio perchè la squadra risponde bene ai nuovi input, raccogliendo purtroppo soltanto un goal. L’allenatore gigliato, al quale a volte è stato imputato poco coraggio, schiera un tridente offensivo che rende la squadra imprevedibile e veloce che permette alla Fiorentina di recuperare bene palla, lanciarsi arrembante in velocità e provare in tutti i modi a far ballare la difesa blucerchiata.

L’espulsione di Edimilson, molto sciocca soprattutto perchè arrivata in uno dei primi tempi più convincenti del centrocampista, ha chiamato ovviamente a dover ridisegnare tatticamente tutta un’altra partita e l’innesto di Dabo per Simeone è un’inevitabile conseguenza. Unica variante poteva essere la scelta di Norgaard mac’è da dire che il francese ha su una partita così compromessa un ottimo impatto e così il centrocampo viola acquistando muscoli e forza e continua a girare.

Il secondo cambio arriva con la Fiorentina tornata in vantaggio grazie allo splendido goal di Luis Muriel e l’ingresso in campo di Manolo Gabbiadini per Jankto rischia di mettere troppa pressione sulla difesa viola: forse la scelta che tutti si aspettano sarebbe stata quella di togliere Gerson, il brasiliano infatti garantisce pochissima copertura e soprattutto già da un po’ trotterella per il campo. La scelta invece ricade su Muriel che probabilmente ancora non ha un passo gara di 90 minuti ma c’è da dire che l’inserimento di Laurini con 20′ di partita da giocare ha dato la logica conseguenza di abbassare il baricentro. E’ po’ come chiamare la Sampdoria ad attaccare e voler lasciare troppo isolato Chiesa in attacco.

Vero, si può dire che il pari è venuto da una clamorosa ingenuità individuale, ma al contempo si può affermare che per 80 minuti la difesa della Fiorentina non aveva lasciato quasi nulla alla Sampdoria, “sfarfallando” proprio quando doveva essere più solida… La pressione toglie serenità e i fatti danno oggettivamente torto a questa scelta di Stefano Pioli che dopo aver visto nel concreto ripagato il suo grande coraggio, forse non doveva avere paura ad averne ancora, ascoltando il suo istinto. Un istinto che ha indiscutibilmente creato un gruppo che non molla e lotta fino all’ultimo istante e che probabilmente porterà la Fiorentina ad una seconda parte di stagione dove alla solidità si unirà anche una manovra più fluida e concreta.
Le analisi a caldo sono conseguenza logica della grande passione che ruota attorno a questo sport, riflettere sull’ingresso in campo di Laurini è giusto ma martirizzare Pioli per non aver previsto l’imprevedibile dopo aver preparato la partita al meglio, forse è eccessivamente severo.

 

 

 

 

Photo by @PaoloGiuliani e @AndreaMartini