Pjaca e Gerson sono approdati a Firenze nella scorsa sessione di calciomercato: ripercorriamo insieme la loro avventura in maglia Viola, dal buon inizio fino al declino fallimentare.
Dovevano rappresentare la svolta, i giocatori in grado di offrire ai gigliati il tanto agognato salto di qualità: ma qualcosa, in questi mesi, evidentemente non ha funzionato. Adesso, con l’arrivo di Muriel in attacco e la possibile acquisizione di un centrocampista, le loro chance potrebbero ridursi drasticamente: la Fiorentina dopo l’inizio sicuramente non esaltante è dovuta correre ai ripari. Mentre si parla di Pulgar, Radoja e Ferreira, cerchiamo di analizzare i motivi che hanno portato alla bocciatura semi definitiva dei due giocatori, e che hanno costretto Corvino a catapultarsi immediatamente nel mercato, alla ricerca spasmodica di nuovi interpreti per il gioco di mister Pioli.
L’inizio del centrocampista brasiliano fu entusiasmante, con un gol e un assist al debutto in maglia Viola contro il Chievo di D’Anna. In quella sfida Gerson aveva evidenziato caratteristiche tecniche e tattiche importanti, ergendosi come miglior giocatore dell’incontro. Quella partita rappresenta però, l’unica vera nota positiva di un’esperienza, almeno fino ad ora, totalmente fallimentare. Nelle restanti 17 partite infatti, il centrocampista in prestito dalla Roma, non è riuscito a regalare un segno positivo: tra sfide sottotono e prestazioni gravemente insufficienti.
Gerson non è riuscito ad interpretare il ruolo disegnato per lui da Pioli. Nelle idee iniziali del tecnico gigliato infatti, Gerson ricopriva un ruolo di primaria importanza: grazie all’ottima tecnica individuale, Pioli chiedeva al brasiliano di lavorare tra le linee di centrocampo e attacco, in modo da impostare il gioco offensivo della squadra gigliata. Lui non è però riuscito a dare il contributo richiesto, e le sue prestazioni hanno contribuito pesantemente al declino del gioco Viola, spesso risultato lento e impacciato.
Lo stesso discorso vale anche per Pjaca. L’esterno, di proprietà della Juventus, è approdato a Firenze il 7 agosto. Doveva rappresentare il grande colpo, quello decisivo, capace di rendere la Viola finalmente completa e in grado di lottare per un posto in Europa. Anche qui però, le idee della dirigenza gigliata non si sono tramutate in realtà, ma soltanto in un terribile flop. La chiave tattica che ha portato alla sua acquisizione è abbastanza semplice da individuare: la Fiorentina necessitava di un esterno dalle grandi qualità a sinistra, per dare un tocco di imprevedibilità alla manovra, spesso troppo sbilanciata verso destra. Il piano è però chiaramente fallito, con la Fiorentina che ha addirittura accentuato maggiormente la Chiesa-dipendenza. Nella sua avventura gigliata un solo gol, con la Spal, e un assist, ma soprattutto tante partite opache.
Questi 5 mesi da incubo hanno fatto sorgere qualche dubbio alla dirigenza Viola, per un breve periodo intenzionata a rimandare i due giocatori nelle loro rispettive squadre. Il dubbio sembra però rientrato: i due giocatori completeranno la stagione all’ombra del Franchi. Questo girone di ritorno sarà però determinante: tocca a loro capovolgere la situazione, la stagione gigliata ha bisogno anche del loro contributo.