Qualcosa non torna. Se FIGC e AIA lo scorso Agosto, in occasione della modifica del protocollo del Video Assistant Referee celebravano con grande soddisfazione il coraggio e la lungimiranza dell’Italia nella scelta di adottare per prima l’assistenza dell’ausilio tecnologico, al termine di questo 2018 sarebbe però necessaria una dichiarazione da parte di Marcello Nicchi almeno per spiegare quale è il bilancio riguardo all’operato degli arbitri, secondo l’organo che gli tutela e gli rappresenta.

Del resto Nicchi è intervenuto in modo solerte quando ha ritenuto che ci fosse un “linciaggio mediatico” nei confronti dei direttori di gara di Serie A i cui errori sarebbero presi come alibi da Club in cerca di giustificazioni.
Nel corso delle domeniche alcuni dirigenti avevano lamentato lo scarso utilizzo del supporto video in occasioni dubbie esortando quindi, indirettamente ma nemmeno tanto, una maggior disponibilità dei direttori di gara a visionare immagini complete e magari anche a mettersi maggiormente in discussione.

Ricordiamo che da regolamento solo l’arbitro può iniziare una revisione, gli assistenti al VAR possono solo suggerirla e non influire nella decisione finale che ovviamente spetta a chi dirige la gara.

Certo molti esperti e soprattutto ex fischietti avevano ammesso che cambiare la “forma mentis” è difficile quando sei in campo e magari sei anche convinto della decisione appena presa però considerato che da regolamento non c’è un limite di tempo per arrivare ad un verdetto, è pieno diritto di chi deve prendersi la responsabilità di decidere riguardare le immagini dalle angolazioni che ritiene più opportune.

Nell’ultima giornata del girone di andata abbiamo assistito a delle decisioni arbitrali quantomeno discutibili e non stiamo parlando soltanto del rigore negato alla Fiorentina o della partita dell’Allianz Stadium ma anche del rigore del Torino o della topica durante Udinese – Cagliari. Nella gestione dei cartellini la situazione non migliora: probabilmente una maggior accortezza nell’arbitraggio di Inter-Napoli avrebbe contribuito a placare gli animi dei giocatori che poi si sono scatenati in un finale elettrico.

Errare è umano soprattutto quando le decisioni da prendere devono essere immediate, errare con la possibilità di consultare un replay è quantomeno più curioso considerando il grande impegno che l’AIA professa di riservare nella formazione degli arbitri e nel loro aggiornamento. E’ drastico parlare di emergenza ma a questo punto non si può pensare di affermare con fierezza di avere “gli arbitri migliori del Mondo”: Rizzoli stesso, durante lo workshop organizzato con gli allenatori di Serie A, lo scorso Novembre aveva affermato che considerato l’ausilio il VAR gli errori erano troppi.

Proprio in questa occasione era inoltre emersa una mancata uniformità di giudizio sui falli di mano, differenze di comportamento a volte giustificabili a volte no. Ok, la fattispecie è complicatissima però è competenza dell’IFAB sbrogliarla non certo dei giocatori! Già si parla dei cambiamenti che dovrebbero avvenire nell’ Annual General Meting del prossimo Marzo quando il regolamento subirà modifiche importanti nella casistica del fallo di mano per il quale non verrà più presa in esame la volontarietà ma i parametri di distanza, movimento e posizione del braccio. E adesso come comportarsi? Impegnandosi con dovizia nel trovare un’uniformità di giudizio da applicare con serenità e sicurezza, forti di un supporto tecnologico preciso e puntuale che deve essere una forza non uno strumento che esautora il ruolo del direttore di gara.

I servizi infiniti sulla moviola non piacciono a nessuno, quindi sempre meglio fare un passo indietro prima.

 

 

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