In esclusiva a SportFiorentina, Marco Nappi ha raccontato le emozioni provate nei suoi indimenticabili anni fiorentini, dal meraviglioso cammino in Europa fino al trasferimento di Baggio a Torino.
SportFiorentina ha contattato telefonicamente l’ex giocatore di Fiorentina e Genoa, per porgli qualche domanda riguardante il club gigliato. Attraverso i nostri quesiti abbiamo ripercorso il meraviglioso cammino europeo della squadra Viola nella Coppa Uefa 1989-1990. Oltre ai bellissimi ricordi però, abbiamo parlato anche di attualità: dalle impressioni sulla rosa di mister Pioli fino all’imminente sfida del Ferraris.
Rompiamo subito il ghiaccio: che ricordo ha della sua avventura a Firenze? Del suo arrivo, dell’accoglienza del popolo gigliato…
“L’arrivo fu semplicemente fantastico, dopo soltanto 3 giorni feci l’esordio in Serie A contro la Sampdoria, ricordo bene anche la data: il 22 ottobre 1989. Fu una bella partita, provai un insieme di emozioni indescrivibili. La settimana dopo arrivò anche il primo gol, a Cremona, dove vincemmo 2-1 con gol mio e di Stefano Pioli. Fu una gioia incontenibile”.
La stagione 1989/1990 è passata alla storia gigliata per l’incredibile percorso Viola in Europa, con l’arrivo in finale di Coppa Uefa. In finale arrivò però una sconfitta, proprio contro gli storici nemici juventini. È questo il più grande rimpianto della sua carriera da calciatore?
“Sicuramente, soprattutto per come l’abbiamo persa, è stata una delusione terribile. Quell’anno abbiamo fatto un cammino eccezionale, eliminando squadre dal blasone internazionale come Werder Brema, Auxerre, Dinamo Kiev e Atletico Madrid. Il Werder Brema era una squadra tostissima, aveva appena eliminato il Napoli di Maradona e Gareca infliggendoli ben 8 reti tra gara di andata e gara di ritorno. Fu qualcosa di fantastico, emozioni uniche ed indimenticabili, il popolo Viola era semplicemente fantastico”.
Werder Brema appunto, il suo palleggio di testa per quasi trenta metri è passato alla storia…
“I ricordi di quel momento sono sempre limpidi e ben impressi nella mia mente: qualsiasi tifoso o giornalista me lo ricorda in ogni occasione. Quando si parla di me viene sempre fuori quel numero in semifinale di Coppa Uefa, non è proprio una giocata usuale”.
A fine stagione arrivò il trasferimento di Baggio, destinazione Torino. Quali ricordi ha delle proteste, dei tumulti del popolo Viola? La piazza non digerì facilmente la vendita del campione vicentino agli storici rivali juventini…
“Il trasferimento di Baggio fu traumatico un po’ per tutti: dai tifosi ai compagni di squadra. I tifosi amavano tantissimo Roberto, la ferita era davvero profonda e difficile da risanare. Fu una scelta sua, personale, solo lui poteva decidere se rimanere a Firenze o andare alla Juventus. Lui scelse di trasferirsi a Torino, per la piazza fu un brutto colpo: ci furono anche manifestazioni in città”.
A Firenze ha vissuto i due anni migliori della sua carriera da calciatore, ma a Genova…
“A Firenze feci l’esordio in Serie A e in Europa, queste sono state le due tappe più importanti della mia carriera. A Genova però ho trascorso 6 anni bellissimi, che ricordo con enorme affetto. Ho un legame fortissimo con la città, è stata la tappa più lunga della mia carriera. Anche il rapporto con i tifosi è tuttora davvero speciale, le emozioni provate sono indimenticabili”.
Capitolo Prandelli: la sfida di sabato sarà sicuramente un piccolo ritorno al passato per lui. Ricorda le sue sensazioni alla prima sfida da avversario della Fiorentina? E quali consigli darebbe all’attuale tecnico genoano?
“La Fiorentina viene da una brutta sconfitta, contro il Parma erano necessari 3 punti per coltivare il sogno europeo. Detto questo la squadra Viola vorrà sicuramente riscattarsi, Pioli avrà preparato la sfida per ottenere la vittoria, anche in un campo difficile come il Ferraris. Sarà una partita aperta a qualsiasi risultato: ogni sfida tra Fiorentina e Genoa porta solitamente tante emozioni e tanti gol. Un esempio sicuramente emozionante per il popolo gigliato è la tripletta di Mutu, che portò i Viola in Champions League”.
Domanda un po’ spinosa: quali sono, secondo lei, i motivi del basso rendimento di Simeone?
“Non so, anche l’anno scorso ha avuto un inizio lento e difficile. Solo nella seconda metà di stagione si è sbloccato e ha totalizzato un buon numero di gol. Simeone ha dimostrato di essere un ottimo centravanti, se gli capita la palla e l’occasione giusta difficilmente sbaglia. Certo il suo rendimento attuale è nettamente inferiore ai suoi standard e alle sue capacità. Agli attaccanti spesso capitano questi periodi bui, dove segnare diventa sempre più difficile, anche facendo i movimenti giusti. Bisogna solo aspettarlo, sono sicuro che tornerà il Simeone ammirato nella seconda parte della stagione precedente”.
Domanda finale: chi vincerà domani?
“Non ho mai fatto e mai farò un pronostico per Fiorentina-Genoa. Sicuramente sarà però una partita fantastica!”