La dipendenza da Chiesa inizia ad assumere dimensioni preoccupanti. Anche quando non segna, è infatti pesantemente decisivo. Col Toro, l’azione che porta al gol-lampo parte proprio dal figlio d’arte. Anche col Cagliari è fondamentale: è lui a conquistarsi il rigore del momentaneo vantaggio. Come è lui a conquistare il rigore contro l’Atalanta, trasformato nuovamente da Veretout.
Le domande sorgono però spontanee: è solo dipendenza o c’è un piccolo problema di individualismo?
Ecco, forse è questo il punto in cui Chiesa necessita di crescere enormemente. I tempi del passaggio. Le sue caratteristiche da velocista lo portano ad abbassare la testa e cercare il dribbling ogni qualvolta ci sia spazio, trascurando spesso i compagni meglio posizionati.
Ciò è scaturito anche dal problema di forma e tenuta fisica dei compagni con cui dovrebbe cercare il fraseggio, il triangolo per andare in porta. Pjaca è l’ombra di sé stesso, lento, impacciato e senza idee. Simeone corre, lotta, si sacrifica per la squadra, perdendo così la lucidità nei momenti clou dell’incontro.
Ora arriva la Roma di Di Francesco al Franchi: il tridente riuscirà a tornare decisivo?
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